La «stangata» sui farmaci:
Federconsumatori all'attacco

Federconsumatori Bergamo va all'attacco sui medicinali. «Grazie all'informazione data da Federfarma siamo nella condizione di denunciare quello che è un ulteriore attacco alle tasche degli italiani.Questa volta non si tratta dei soliti aumenti delle tariffe»

Federconsumatori Bergamo denuncia l'ennesimo “prelievo” effettuato ai danni dei cittadini.

Federconsumatori Bergamo va all'attacco sui medicinali. «Grazie all'informazione data da Federfarma siamo nella condizione di denunciare quello che è un ulteriore attacco alle tasche degli italiani.Questa volta non si tratta dei soliti aumenti delle tariffe». Così, si legge in un comunicato, «si incide direttamente sul bene primario per eccellenza: la salute».

«Il fatto che da l'Aifa - scrive il presidente dell'associazione bergamasca, Umberto Dolci - abbia deciso di pagare meno (dal 10 al 40%) i farmaci generici alle aziende produttrici, e che non vi sia contestualmente l'obbligo per le medesime di adeguare i listini ai prezzi applicati, ha un solo significato: a pagare la differenza saranno i consumatori».

«Detto in soldoni questo significa  che se un medicinale “generico” sino all'altro giorno costava 10 euro, e questi erano a carico del servizio sanitario, ora lo stesso medicinale continuerà a costare come prima ma, se la molecola rientra fra quelle che l'Aifa ha deciso di abbassare del 40%, quattro dei dieci euro saranno a carico del malato».

«Non solo: se - prosegue Dolci -si sceglierà di preferire il farmaco  di fiducia (il cosiddetto “griffato”)  all'equivalente, anche quello, a parità di prezzo  rispetto a settimana scorsa,  verrà a costare quattro euro più di prima. Alla fine il risultato sarà che le case farmaceutiche e i farmacisti vedranno inalterati i propri margini di utile, il Governo spenderà qualche milione di euro in meno per le cure sanitarie e questi soldi li pagheranno in più i cittadini ammalati».
 
Federconsumatori non si ferma qui. «Quanto descritto ha, inoltre, il sapore della beffa: la scelta di concentrare i consumi di medicine su quei prodotti definiti prima “generici” e poi più persuasivamente “equivalenti” ci era stata descritta come un mezzo intelligente per risparmiare risorse altrimenti utilizzabili. Ora che la gente ha dimostrato di capire e condividere la necessaria lotta allo spreco, si ritrova a dovere sostenere di tasca propria dei costi che credeva di avere contribuito ad abbattere».

Queste decisioni - dice l'associazione «oltre che gravare pesantemente sui bilanci di coloro che si devono curare, hanno il grave difetto di fare venire meno la fiducia dei cittadini nelle istituzioni».

Ecco perché «Federconsumatori si attiverà a ogni livello per fare adeguare, nei tempi brevi che la situazione impone, i prezzi dei farmaci generici/equivalenti alle decisioni assunte dall'Aifa. Nel frattempo ricordiamo ai farmacisti la necessità di essere trasparenti nell'applicare i prezzi e li sollecitiamo a dimostrare ai propri clienti i motivi delle eventuali richieste di soldi in più rispetto alla situazione precedente».

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