Credito italiano, non furono contratti-truffa: tutti assolti

Tutti assolti i quattro funzionari del Credito italiano (oggi UniCredito) che erano sotto processo per truffa ed estorsione ai danni di alcuni clienti per la stipula di alcuni contratti relativi ad operazioni sulle valute. Il Tribunale ha pronunciato la sentenza dopo circa tre ore di camera di consiglio.

Assolti «perché il fatto non sussiste», con la formula che richiama la vecchia insufficienza di prove, Giuseppe Lembo, all’epoca dei fatti, il ’96, direttore della filiale cittadina dell’istituto di credito; Francesco Mungianu, che era vicedirettore; il funzionario Giuseppe Motta e infine l’operatore-titoli Alfeo Nespola.

Saranno le motivazioni, che i giudici stileranno nei prossimi mesi, a chiarire su quali basi sia stato emesso il verdetto di non colpevolezza. Di certo, quel che si può dire fin da ora è che questo processo non ha portato al Tribunale elementi tali da far ritenere che il tipo di operazione finanziaria sotto accusa fosse una truffa, come sosteneva invece l’accusa.

Secondo l’accusa, gli imputati avrebbero fatto stipulare ad alcuni clienti (parti civili al processo) i cosiddetti contratti «swap», operazioni sulla valuta piuttosto rischiose, che permettono di guadagnare, ma anche di perdere, ingenti somme. Per il pm i funzionari del Credito avrebbero tenuto nascosto agli investitori i rischi legati a questo tipo di contratto: da qui la truffa. La contestazione di estorsione era relativa invece al denaro che l’istituto di credito ha preteso dai clienti in seguito a forti perdite. Il ragionamento dell’accusa era questo: i contratti erano stati stipulati con la truffa e quindi le relative richieste risarcitorie da parte della banca erano un’estorsione, poiché quelle cifre non erano affatto dovute.

(19/07/2004)

© RIPRODUZIONE RISERVATA