«La Grosmarket fu penalizzata»:
due imprenditori vanno a giudizio

Due imprenditori abruzzesi sono stati rinviati a giudizio con l'accusa di infedeltà patrimoniale. I due avrebbero evitato di riscuotere crediti per sei milioni e 700 mila euro da un'azienda di cui sono soci, penalizzando così la Grosmarket di Dalmine.

Due imprenditori abruzzesi sono stati rinviati a giudizio dal gup Alberto Viti con l'accusa di infedeltà patrimoniale. I due, consiglieri di amministrazione di una società che fornisce prodotti a supermercati, stando alle contestazioni, avrebbero evitato di riscuotere crediti per sei milioni e 700 mila euro da un'azienda di cui sono soci.

Insomma, per l'accusa, presunti favori derivanti da una sorta di conflitto di interesse, che avrebbero finito per penalizzare la Grosmarket di Dalmine, ditta della grande distribuzione che fa parte del gruppo Lombardini.

I fatti risalgono al dicembre del 2009 e la vicenda ruota attorno alla «Gmf srl», società incaricata di fornire prodotti a due catene di supermercati: i punti vendita della Grosmarket di Dalmine e quelli della «Fistagi srl» con sede a Pescara.

Sono queste due aziende della grande distribuzione, in pratica, a spartirsi (quasi equamente) le quote dell'assetto societario della Gmf. Che, all'epoca (ora è in liquidazione), era retta da un consiglio di amministrazione formato da due rappresentanti di Fistagi e uno di Grosmaket.

Stando alle contestazioni, i due avrebbero evitato di eseguire le operazioni necessarie a riscuotere crediti per 6 milioni e 700 mila euro che la Gmf vantava verso la Fistagi. Quest'ultima azienda fa capo al gruppo di cui i due sono soci. In pratica, stando alle contestazioni, avrebbero favorito la propria azienda a scapito della Gmf e, conseguentemente, della Grosmarket.

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