Seriate dice «no» al cemento
sulla Piana di San Giuseppe

Il Consiglio comunale di Seriate dice ancora una volta no al piano di edificazione della Piana di S. Giuseppe. Il parere dell'assemblea non è vincolante, ma è senz'altro una chiara indicazione dell'orientamento della maggioranza.

Era il 28 giugno dell'anno scorso quando la cosiddetta piana di San Giuseppe, un'area di 98mila metri quadrati che il Piano regolatore generale (Prg) del 2007 muta da agricola in edificabile, faceva il suo ingresso in Consiglio comunale tramite un'interpellanza del gruppo consiliare del Pd. Da allora c'è tornata altre volte, o perché oggetto di discussione o evocata nel corso dei dibattiti, soprattutto da Rifondazione comunista.

L'ultimo ingresso in ordine di tempo (e tutto lascia presagire che tornerà ancora) è stato una settimana fa: quasi un anno dopo la prima discussione. Ma la situazione non sembra cambiata: il Consiglio comunale dice ancora una volta no al piano di edificazione. Il parere dell'assemblea non è vincolante, ma è senz'altro una chiara indicazione dell'orientamento della maggioranza.

I termini della questione li sintetizzava così un anno fa l'assessore all'urbanistica Nerina Marcetta: il Prg prevede l'edificazione di 55mila metri cubi su una superficie di 34.950 metri quadrati; aree a standard 53.690 metri quadrati; realizzazione di collegamenti stradali con via Marconi e via Europa. Sulla vasta area insistono numerose proprietà (circa 25) che si sono costituite in consorzio San Giuseppe e hanno presentato un progetto di edificazione il 19 marzo 2009. Da quel momento è corsa una fitta corrispondenza fra il Comune e il consorzio, ci sono stati ricorsi al Tar, e il Consiglio comunale del 28 febbraio ha bocciato il progetto del consorzio perché, secondo le considerazioni del Comune, presentava irregolarità rispetto alle linee del Prg. A quel punto il consorzio ha rielaborato il progetto, l'ha presentato e ha chiesto un pronunciamento del Consiglio comunale. Che, la scorsa settimana, ha detto ancora no. È l'ultimo atto della vicenda. Come già accaduto a febbraio, anche stavolta i gruppi consiliari di minoranza (Pd, Albatro, Prc) non hanno partecipato al voto.

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