Poste, ancora disservizi e disagi
Sindaci dell'Alta Valle in rivolta

Ennesima presa di posizione dei sindaci dell'alta Valle Seriana contro i disservizi postali. I sindaci di Valbondione, Gandellino, Valgoglio e Gromo, con una lettera sottoscritta il 17 giugno, hanno informato le Poste ma anche le istituzioni.

Ennesima presa di posizione dei sindaci dell'alta Valle Seriana contro i disservizi postali che si registrano da tempo. Disservizi e conseguenti disagi per la popolazione, dei quali i sindaci di Valbondione, Benvenuto Morandi, Gandellino, Tobia Sighillini, Valgoglio, Eli Pedretti e Gromo, Ornella Pasini, con una lettera sottoscritta il 17 giugno hanno informato, perché siano risolti, il presidente e il direttore generale di Poste Italiane Spa, il ministro per lo Sviluppo economico, il direttore di filiale di Bergamo, il prefetto, i presidenti delle Province di Bergamo e della Regione Lombardia, il presidente della Comunità montana Valle Seriana e tutti i parlamentari bergamaschi.

I quattro sindaci, a seguito delle numerose lamentele pervenute in merito ai disservizi postali dovuti sia all'apertura che al funzionamento degli uffici postali, nella lettera affermano: «La riduzione indiscriminata dei giorni e degli orari di apertura al pubblico degli uffici postali comporta per i nostri piccoli Comuni di montagna seri problemi agli utenti che, specialmente a ridosso delle scadenze di pagamento (Ici, bollette, tasse automobilistiche…) si trovano costretti a fare parecchie ore di fila se non addirittura a dover ricercare gli uffici postali degli altri comuni». E sottolineano che a farne le spese sono, soprattutto, gli anziani.

Scrivono ancora i sindaci: «Appare quantomeno assurdo che la riduzione dell'apertura sia avvenuta non tenendo in considerazione le esigenze del territorio. Ciò è riscontrabile dal fatto che in alcuni dei nostri comuni le chiusure cadano anche nei giorni di mercato settimanale nei quali, notoriamente, vi è maggior affluenza. Per non parlare poi del fatto che sistematicamente, nei periodi estivi e di maggior afflusso turistico, assistiamo a una illogica e assurda riduzione dei servizi». Chiedono quindi, a Poste Italiane, di rivedere il piano delle aperture degli uffici.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 21 giugno

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