Dalmine, Rea fa causa al Comune:
«L'accordo è nullo: basta soldi»

Nuova puntata a Dalmine della querelle giudiziaria tra la Rea e l'amministrazione. La società che gestisce l'inceneritore ha fatto causa al Comune chiedendo al tribunale di Bergamo che venga dichiarata la nullità della convenzione sottoscritta nel 1998.

Per una causa vinta, ce ne è un'altra che si apre per il Comune di Dalmine. La querelle giudiziaria tra la Rea e l'amministrazione guidata dalla Lega registra una nuova puntata. La società del Gruppo Green Holding che gestisce l'inceneritore ha fatto causa al Comune dalminese chiedendo al tribunale di Bergamo che venga dichiarata la nullità della convenzione che era stata sottoscritta nel 1998 tra l'allora Giunta Bruschi e il gestore del termovalorizzatore.

Convenzione che prevedeva tra l'altro il versamento al Comune di Dalmine delle royalties, che altro non sono che i diritti economici (16 lire a chilogrammo) sui rifiuti smaltiti all'inceneritore.

Nell'atto di citazione si dice che il «Comune di Dalmine non si è assunto come controprestazione agli obblighi di Rea alcun obbligo di dare o fare. È solo Rea che appare obbligata ad una consistente serie di numerose prestazioni nei confronti del Comune di Dalmine senza riceve alcuna controprestazione».

«In sostanza – spiegano dal Comune – Rea sostiene che la convenzione imponga obblighi e doveri solo a a lei e per questo motivo si debba considerare nulla la convenzione». La holding chiede quindi la restituzione di quanto finora versato nelle casse comunali a vario titolo (royalties, rimborso spese per il controllo dei dati forniti da Rea e per le mitigazioni ambientali), qualcosa come 7,5 milioni di euro dal 2002 ad oggi «poiché ricevuti indebitamente».

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