Fulvio, il cacciatore di temporali
«I fulmini il pericolo più grosso»

A qualcuno verrà in mente il film Twister, dove si raccontavano le peripezie dei cacciatori di tornado tra effetti speciali, case che venivano spazzate via e mucche che volavano. «Beh, diciamo che il film era quell'attimo romanzato...». Fulvio Crotti Spreafico abbozza un sorriso.

Chissà cosa darebbe per catturare un tornado di quelli veri con la sua macchina fotografica. «Diciamo che se mi dovessero dire, prendi e vai in America non mi tirerei indietro. A maggio ho praticamente seguito in tempo reale con radar e webcam il tornado che a Tuscaalosa, in Alabama ha fatto 340 morti».

Quarantadue anni, tecnico elettronico di Bergamo, Fulvio è un cacciatore di temporali. In Italia se ne contano una ventina, non siamo gli States dove agli storm chasers dedicano le serie tv. «Anche perché lì i tornado sono un fenomeno di grosse proporzioni. Se ne verificano un migliaio all'anno, forse anche di più, di una violenza devastante. Da noi non è così». E soprattutto quelli potenti si contano sulle dita di una mano. Fulvio ricorda quello del 3 luglio 1995 che colpì la zona di Palazzolo e Cividino, quello che, come dice lui, gli fece «scattare la scintilla».

Vita avventurosa e con qualche rischio. Il pericolo più grosso sono i fulmini. «Fortunatamente solo una volta ho corso un pericolo, mi trovavo in aperta campagna e un fulmine mi è caduto a pochi metri di distanza. Altre volte in situazioni di rischio mi sono sempre rifugiato in auto, al sicuro».

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