Mons. Dal Covolo alla festa dell'Assunta
«Giovani, non inseguite falsi valori»

«Politica significa prendersi cura del bene comune. Agli amministratori dico: vi raccomando i giovani, rischiano di essere dimenticati, restare senza lavoro, valori e speranze». Lo ha detto il vescovo Enrico dal Covolo alla solennità dell'Assunta.

«Politica significa prendersi cura del bene comune. Agli amministratori di questa città dico: non permettete mai che venga perso o umiliato il tesoro delle nostre tradizioni. Vi raccomando i giovani, perché rischiano di essere dimenticati, di restare senza lavoro, ideali, valori e speranze. Carissimi giovani, non lasciatevi appiattire da questa Europa sazia e disperata».

Sono le parole del vescovo Enrico dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense di Roma, che nella solennità dell'Assunta, ha presieduto la concelebrazione eucaristica nella basilica di Santa Maria Maggiore con il vescovo Francesco Beschi.

«Saluto cordialmente il vescovo dal Covolo, rettore dell'Università del Papa — ha detto monsignor Beschi all'inizio della Messa —. Vogliamo ricordare i 1.500 giovani bergamaschi che partecipano alla Giornata mondiale della gioventù a Madrid». Numerose le persone presenti, fra cui Guglielmo Redondi, presidente del Consiglio comunale, e Giuseppe Pezzoni, presidente della Mia. All'omelia, il vescovo dal Covolo ha ripercorso la storia di Santa Maria Maggiore che per secoli è stata luogo di assemblee civili.

«Mi rivolgo agli amministratori della città e ai responsabili politici: non permettete mai che venga perso o umiliato il tesoro delle nostre tradizioni. Non dimenticate mai che politica significa prendersi cura del bene comune. Vi raccomando i giovani, perché rischiano di essere dimenticati, di restare senza lavoro, ideali, valori e speranze». Poi un appello anche ai giovani: «Non lasciatevi appiattire da questa Europa sazia e disperata, che però non ha rinunciato a Maria Santissima, idealmente richiamata nella bandiera azzurra con le dodici stelle. E' inutile lamentarsi se si inseguono falsi valori o si percorrono altre vie che portano allo smarrimento del vuoto e del nulla».

Carmelo Epis

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