Nuovo Negri, arriva la Gelmini:
l'inaugurazione il 26 settembre

Il 26 settembre, nel 50° anno dalla fondazione del «Mario Negri», si inaugura la nuova sede di Bergamo dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche: il Centro «Anna Maria Astori». L'edificio è nel parco scientifico tecnologico Kilometro Rosso.

Il 26 settembre, nel 50° anno dalla fondazione del «Mario Negri», si inaugura la nuova sede di Bergamo dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche: il Centro «Anna Maria Astori». L'edificio è nel parco scientifico tecnologico Kilometro Rosso, un contesto nato per valorizzare innovazione e multisettorialità, ed è stato intitolato ad Anna Maria Astori, il cui generoso lascito ha permesso di avviarne i lavori di realizzazione.

All'inaugurazione saranno presenti il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Maria Stella Gelmini, il vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, il vice presidente di Confindustria e co-fondatore del Parco Scientifico Kilometro Rosso, Alberto Bombassei, il sindaco di Bergamo, Franco Tentorio, e il direttore generale degli Ospedali Riuniti di Bergamo, Carlo Nicora.

«La nuova sede di Bergamo del Mario Negri – dice Giuseppe Remuzzi coordinatore delle ricerche del Centro Astori – è stata pensata per il futuro e per i giovani, per quelli che già lavorano con noi nei campi più avanzati della medicina, e anche per tutti quelli che nei prossimi anni vorranno dedicarsi alla ricerca».

Le nuove strutture
Il Centro Astori infatti è stato dotato di strutture e apparecchiature all'avanguardia, come il microscopio elettronico a trasmissione e a scansione per studiare l'ultrastruttura dei tessuti sia in bi- che in tri-dimensione, un microdissettore laser per isolare e analizzare singole cellule, numerose stanze sterili per colture cellulari, laboratori per studi di biologia cellulare e molecolare dotati di strumentazioni di ultima generazione per l'analisi del Dna e dell'Rna, strumentazione per dosaggi farmacologici.

Queste dotazioni sono indispensabili per confrontarsi e poter competere in condizioni di parità con l'ambiente scientifico internazionale e per mantenere i livelli di eccellenza raggiunti dalla ricerca del Negri Bergamo in oltre 25 anni di attività.

L'Istituto Negri Bergamo
A Bergamo, l'Istituto Mario Negri è attivo dal 1984 ed è nato con l'obiettivo di coniugare ricerca sperimentale e clinica. Svolge la propria attività di ricerca nel campo delle malattie renali, del diabete, dell'immunologia dei trapianti d'organo, della farmacologia clinica, della medicina molecolare e rigenerativa, della bioingegneria e di alcuni aspetti delle malattie tumorali.

Oltre all'attività di ricerca sono attivi programmi di formazione alla professione di ricercatore rivolti a giovani laureati e diplomati che hanno coinvolto negli anni circa 600 giovani tra diplomati e laureati, infermieri professionali e studenti in dottorato di ricerca.

Al lavoro 100 persone
Oggi il Centro Anna Maria Astori occupa circa 100 persone e i suoi ricercatori possono vantare 1.455 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali, 1.900 comunicazioni presentate a convegni nazionali e internazionali e 985 convegni organizzati a cui hanno partecipato scienziati e medici provenienti da tutto il mondo.

L'edificio
L'edificio che ospita il centro Astori è composto da un piano interrato e tre piani fuori terra con una superficie complessiva di 5.958 metri quadrati. Comprende 33 laboratori di ricerca, 6 laboratori di sicurezza BL3, 31 uffici, 3 sale riunioni e una sala conferenze di 90 posti dotata di videocomunicazione e collegamento telematico con le altre sedi dell'Istituto.

Gli impianti, tecnologicamente avanzati, sono stati progettati tenendo conto dei recuperi di calore e del risparmio energetico. Tutto l'edificio è climatizzato. Il fabbisogno di acqua calda è garantito per il 50% mediante pannelli solari.

Silvio Garattini
«I tempi sono molto difficili, ma proprio quando c'è crisi è importante investire - afferma il professor Silvio Garattini, direttore dell'Istituto Mario Negri - E' un atto di coraggio, ma contiamo sulle capacità dei nostri ricercatori e sulla generosità dei privati e delle istituzioni di Bergamo».

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