Ciak, il gregge del pastore nomade
stamattina invade piazza Duomo

Alle invasioni di campo è abituato da una vita. Ma quella di questa mattina ha del plateale. Milano, piazza Duomo, ore 8: quando la maggior parte dei nostri lettori aprirà questa pagina, Renato Zucchelli avrà già preso possesso dell'immensa piazza milanese.

Alle invasioni di campo è abituato da una vita. Ma quella di questa mattina ha del plateale. Milano, piazza Duomo, ore 8: quando la maggior parte dei nostri lettori aprirà questa pagina, Renato Zucchelli avrà già preso possesso dell'immensa piazza tra la Madonnina e la galleria dello shopping milanese. Lui e le sue pecore, le sue pecore e lui, come sempre.

Solo che questa volta ci sarà un ciak da far scattare: Renato il pastore nomade è diventato famoso e si è ritrovato attore protagonista del film «L'ultimo pastore». Racconta la sua storia, la favola contemporanea di un ragazzotto che dalle montagne di Valcanale decide di dire addio alle mucche di papà Filippo per seguire «la passiù», quel sentimento puro e ancestrale che lo fa stare notte e giorno, che nevichi o piova, sotto il cielo che comanda tutto, insieme alle sue pecore.

Gli chiedi quante ne ha e dice 400-500: questa mattina ne porterà 700 in piazza Duomo, così ha previsto il regista Marco Bonfanti che ha fatto di Zucchelli il Don Chisciotte del suo film, l'intrepido condottiero di greggi che riesce a fermare una metropoli. Renato semplice e libero, l'innocenza di sollevare la polvere di valli intere e la determinazione di andare avanti, dentro i ritmi dell'ultratecnologico.

La «passiù» del pastore l'ha contagiato che aveva 17 anni, oggi di anni ne ha 47 e ormai da dieci vive a Settala, nel Milanese, ma da giugno a settembre riapre la sua casa di Valcanale perché le sue pecore hanno da brucare lassù, sui nostri prati. È la transumanza che in autunno lo riporta alla Bassa.

Leggi di più su L'Eco di sabato 1 ottobre

© RIPRODUZIONE RISERVATA