Immigrazioni, false regolarizzazioni Un marocchino arrestato a Bergamo

Nell’ambito di un’indagine condotta in veneto dal Gico della guardia di finanza

Un cittadino marocchino, S. B., 27 anni, residente ad Albignasego (Padova), è stato arrestato questa mattina a Bergamo nell’ambito di un’indagine condotta dal Gico del nucleo regionale veneto della guardia di finanza, che ha portato allo smantellamento di una centrale operativa, specializzata nella falsa regolarizzazione di immigrati tra Veneto, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna. Arrestati anche due commercialisti padovani, che gestivano uno studio a Este, e un loro presunto complice rumeno. L’accusa per tutti è di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Nell’ambito dell’operazione, chiamata «Sans papier», le fiamme gialle hanno operato anche 18 perquisizioni in varie città del nord Italia, tra cui Bergamo, Bologna, Milano, Padova, Brescia e Pordenone, nei confronti di altre società e diversi professionisti coinvolti anch’essi, a vario titolo, nel traffico.

Perno dell’attività della banda, secondo quanto emerso dalle indagini, era la Progetto 80, una società già con sede a Torino ed Este e attualmente a Bologna, e la ditta Montaggi Sechelaru di Este. Le due ditte, esistenti solo sulla carta, fungeva da schermo all’organizzazione che forniva a immigrati di Pakistan, Senegal e Marocco dichiarazioni di comodo che attestavano fittizi rapporti di lavoro subordinato in modo da consentire agli extracomunitari di avere i requisiti previsti dalla Bossi-Fini. I due commercialisti avrebbero percepito dagli 800 ai 4.000 euro da ogni immigrato, oltre ad una somma che oscillava tra i 100 e 150 euro per ogni cedolino di paga fornito. La stima delle fiamme gialle, che hanno condotto indagini per un anno ricorrendo all’ausilio di numerose intercettazioni telefoniche, è che l’organizzazione si sia fatta consegnare dagli extracomunitari oltre 400.000 euro.

(23/07/2003)

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