Villaggio Sposi: sviluppo vertiginoso
Un quartiere nella «hit parade»

Terza puntata del nostro viaggio-inchiesta nei quartieri della città. Dopo Longuelo e San Tomaso, tocca al Villaggio degli Sposi, l'antica Grumellina: un quartiere in espansione approdato alla «hit parade» delle aree appetibili della città.

È un quartiere che per tanti anni è stato considerato un luogo a parte, ai margini della città, come una curiosa appendice. Oggi il Villaggio degli Sposi, l'antica Grumellina, è una zona di espansione, una zona approdata alla «hit parade» delle aree appetibili della città.

Perché le tante nuove costruzioni del Villaggio non hanno cancellato il verde, non hanno eliminato la dimensione umana della zona. Una dimensione umana che attinge alle origini del villaggio, al progetto di don Bepo Vavassori che voleva dare un futuro ai suoi bambini orfani diventati ormai grandi: acquistò un terreno alla Grumellina, formò una cooperativa che costruì le prime dodici casette.

Don Bepo non era certo un urbanista. Ma aveva un'idea chiara: il nuovo insediamento non avrebbe conosciuto i palazzoni di moda allora; dovevano essere casette, ciascuna con un po' di orto. Perché negli alveari l'umanità si perde, cresce l'alienazione.

Dice don Patrizio Moioli, da un anno parroco del Villaggio degli Sposi: «Questo è un quartiere straordinario, questa è una parte di città che concilia la dimensione urbana con quella familiare. È evidente ancora oggi che il Villaggio affonda radici nel Patronato di don Bepo, per via della socialità che qui si vive, del rispetto per gli altri, per l'attenzione ai poveri».

«Certo, l'arrivo del nuovo ospedale dovrà portare a riconsiderare la viabilità perché il quartiere rischia di diventare una zona di attraversamento veloce. Già adesso accade qualcosa del genere».

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di domenica 23 ottobre

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