Cercava una casa senza barriere:
è morto il papà del bimbo distrofico

«Il sogno di una nuova casa senza barriere architettoniche per il nostro figlio distrofico si è spento con lui, ma ringrazia tutti per la solidarietà». È morto il papà di Comun Nuovo che il 3 ottobre lanciò da L'Eco un grido d'aiuto.

«Il sogno di una nuova casa si è spento con lui, ma vi ringrazia tutti per la solidarietà». Un breve messaggio che racchiude un dramma enorme: è morto il papà dei due bambini di 3 e 11 anni di Comun Nuovo, il più grandicello affetto da distrofia, e marito della quarantenne - anche lei malata - che lo scorso 3 ottobre lanciò da L'Eco di Bergamo un grido d'aiuto.

Non avevamo rivelato il suo nome per rispettare l'umiltà di questa donna. L'avevamo chiamata con il nome di fantasia Luisa, e continueremo a farlo perché lei e i figli possano essere aiutati in modo silenzioso e discreto.

Un mese fa, Luisa si presentò al giornale con la disperazione negli occhi: «Ho un figlio di 11 anni distrofico e a mio marito è stata diagnosticata una grave malattia. Nella mia casa attuale non si possono abbattere le barriere architettoniche e per quella nuova che abbiamo prenotato non sono previste agevolazioni dagli enti pubblici. Non so più cosa fare, aiutatemi».

Da quell'appello, con l'impegno diretto del sindaco Dante Cortinovis e del parroco don Gesualdo Poli, si mosse una catena di solidarietà silenziosa. Un movimento di generosità che ancora una volta ha messo in luce il gran cuore dei bergamaschi. Al conto corrente aperto in Comune per la causa benefica sono arrivate diverse donazioni, anche da fuori paese.

Purtroppo la boccata d'ossigeno si è ben presto esaurita ed è stata soffocata. La malattia diagnosticata al marito ha avuto uno sviluppo repentino e imprevedibile, nonostante l'avvio della chemioterapia.

Il sindaco e il parroco, esprimendo la loro vicinanza a Luisa e ai figli, hanno garantito che questa famiglia non sarà abbandonata.

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