Congresso, il PdL conta le tessere
Sono 20 mila, Piccinelli in testa?

Prima del countdown verso il congresso, c'è la conta delle tessere. Anche per il Pdl bergamasco lunedì 31 ottobre si è chiuso il tesseramento. E il risultato sembrerebbe superare le più rosee aspettative, sfiorando quota 20 mila.

Prima del countdown verso il congresso, c'è la conta delle tessere. Anche per il Pdl bergamasco lunedì 31 ottobre si è chiuso il tesseramento. E il risultato sembrerebbe superare le più rosee aspettative, sfiorando quota 20 mila. Il primo dato - in attesa di quello ufficiale - è confermato da diversi esponenti del partito, rappresentanti delle due aree che andranno a sfidarsi il 27 novembre.

Sempre che la data dell'«election day» del Pdl (fissata a livello nazionale per tutte le province) resti quella: visto che le iscrizioni hanno superato le previsioni, potrebbero allungarsi i tempi tecnici delle verifiche in corso nella sede operativa dei berluscones, in via dell'Umiltà a Roma. Il nome della via è già tutto un programma, se entrambe le correnti del partito orobico (che intanto proseguono i preparativi in cene e convention) sostengono di avere dalla loro la maggioranza.

In realtà, a differenza delle altre province lombarde, dove i formigoniani sembrerebbero in netto vantaggio, nella Bergamasca la versione sarebbe un pochino diversa, con un testa a testa sul filo di lana tra i cosiddetti laici di Enrico Piccinelli e il gruppo (vicino al governatore del Pirellone) dell'asse Marcello Raimondi-Marco Pagnoncelli. Anche se a molti la divisione laici-cattolici suona come una semplificazione che non torna. Per onor di cronaca, comunque, è il primo fronte, negli ultimi giorni, ad aver registrato i movimenti maggiori.

Non solo Massimo Fabretti, ex coordinatore cittadino dell'Udc, traghettato recentemente al Pdl, starebbe sostenendo Piccinelli; ma a favore dell'assessore provinciale all'Agricoltura si sarebbero schierati anche il gruppo popolari-liberali di Giovanardi (in Bergamasca rappresentato dall'assessore di Pedrengo Luigi Beretta), la «new entry» Luigi Pisoni e quegli ex An che si riconoscono in Pietro Macconi e Paolo Franco e avrebbero messo in minoranza i gandolfiani. Mosse che farebbero pensare a un vantaggio.

Dall'altra parte, però, non si scompongono, dicendo di avere le carte in regola per vincere, di far leva più sui progetti che sui nomi e sostenendo che una bella competizione fa bene al partito. Le somme, insomma, si tireranno alla fine.

Benedetta Ravizza

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