Area Sace e nuovo stadio
Il futuro della Conca Fiorita

Non si chiama Conca Fiorita per caso. Oggi si fatica a capirlo, perché l'unica fioritura che si vede è quella delle case, cresciute in questa area soprattutto fra gli Anni Sessanta e Settanta. Ma fino ad allora questa era una zona che aveva un po' dell'arcadia.

Non si chiama Conca Fiorita per caso. Oggi si fatica a capirlo, perché l'unica fioritura che si vede è quella delle case, cresciute in questa area soprattutto fra gli Anni Sessanta e Settanta. Ma fino ad allora questa era una zona che aveva un po' dell'arcadia.

La rivoluzione avvenne mezzo secolo fa. E oggi si potrebbe essere alla vigilia di un altro grande cambiamento per il quartiere. Dice Alberto Moreschi, architetto, casa e bottega in via Crescenzi: «Ci sono due grandi questioni che possono cambiare il volto del quartiere, forse in meglio, forse in peggio: il futuro dello stadio e quello della Sace».

«Come cambieranno questi luoghi? Verranno costruiti soltanto palazzoni o addirittura grattacieli? Oppure verranno effettuati interventi rispettosi della realtà della zona, prevedendo anche quegli spazi sociali che nel quartiere non esistono? Penso alla biblioteca, all'asilo nido, al centro anziani, penso anche soltanto a un campo di calcio per i ragazzi...».

Don Luciano Epis è il parroco di Conca Fiorita: «La nostra è una piccola parrocchia, siamo meno di duemila persone. In effetti l'invecchiamento è forte, lo scorso anno abbiamo avuto ventisei funerali e dieci battesimi. Con tutti i suoi limiti, credo che la parrocchia sia il punto di riferimento, forse unico, per giovani e anziani, credenti e anche non credenti».

Leggi su L'Eco di domenica 13 novembre le due pagine dedicate all'argomento

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