Progetto di ricerca premiato dalla Ue
L'Università studia le nuove frontiere

L'Università degli studi di Bergamo rappresenterà l'Italia in un network di 20 atenei europei ed extraeuropei per un progetto di ricerca internazionale sul tema delle frontiere nel mondo globalizzato. Un progetto da oltre 10 milioni di euro, di cui 400 mila per Bergamo.

L'Università degli studi di Bergamo rappresenterà l'Italia in un network di 20 atenei europei ed extraeuropei per un progetto di ricerca internazionale sul tema delle frontiere nel mondo globalizzato. Diciotto in tutto i Paesi coinvolti, dalla Finlandia (coordinatrice del progetto), a Israele, alla Turchia, fino a molti paesi dell'Est Europa, come la Russia e l'Ucraina e del centro Europa come la Germania e Lussemburgo solo per citarne alcuni.

Un progetto da oltre 10 milioni di euro (di cui 400 mila circa riservati a Bergamo) della durata di quattro anni in cui la rete europea di cui fa parte anche il nostro ateneo ha superato una selezione con altri otto progetti di analogo profilo nel bando per il 7° Programma Quadro voce Cooperation. A essere premiato poi è uno studio di carattere umanistico filosofico (e non tecnologico) ma capace di un approccio multidisciplinare su un tema assai attuale come quello dei confini tra gli Stati europei e dell'Europa con il resto del mondo.

L'Università degli studi di Bergamo ha conquistato questo posto di prestigio grazie alla validità riconosciuta a livello europeo del Cerco, il Centro di ricerca sull'antropologia e l'epistemologia della complessità fondato da Mauro Ceruti dieci anni fa. Responsabile del progetto per l'Università di Bergamo, è il professor Gianluca Bocchi, docente del Dipartimento di Scienze della persona e della facoltà di Scienze della formazione, che ha supportato le ricerche di una giovane studiosa, Chiara Brambilla.

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