Yara, il pm: «Non ci sono Dna
compatibili con l'assassino»

Il pubblico ministero Letizia Ruggeri nella trasmissione «Iceberg» di Telelombardia in onda lunedì sera ha fatto il punto dello stato delle indagini sull'omicidio di Yara Gambirasio, raffreddando gli animi di chi crede in una svolta imminente nel caso.

Il pubblico ministero Letizia Ruggeri, lunedì sera, nella trasmissione «Iceberg» di Telelombardia ha fatto il punto dello stato delle indagini sull'omicidio di Yara Gambirasio, raffreddando gli animi di chi crede in una svolta imminente nel caso.

Alla domanda se esistono 10 dna compatibili con quelli dell'assassino, il pm Ruggeri ha risposto così: «L'informazione non è esatta, non abbiamo dna compatibili con quello dell'assassino. Di dna ne abbiamo analizzati tantissimi e trovati alcuni più somiglianti, altri meno. I dna individuati non permettono comunque di restringere il campo d'indagine perchè non possiamo escludere niente».

«I prelievi di dna continuano, come pianificazione ne serviranno qualche altro migliaio, ora siamo a dieci mila, per la maggior parte di persone della Bergamasca, anche se ci sono alcuni cittadini stranieri. Le persone con il dna somigliante sono state tutte già sentite. Di svolta a oggi non si può parlare, noi mettiamo un tassello alla volta, è un gigantesco puzzle, abbiamo fatto un lavoro monumentale».

«Dalle indagini non abbiamo escluso il cantiere di Mapello, ma non è quella la direzione privilegiata. Inoltre non stiamo cercando nessun furgone bianco, del furgone bianco si è sempre parlato a sproposito, ma non è una circostanza rilevante. Le rogatorie internazionali al momento non sono necessarie perché al momento non ci sono evidenze che l'assassino sia un operaio del cantiere, non ci sono evidenze in questo senso. Sembra più probabile che si tratti di una persona della zona, ma non possiamo escludere nulla».

Nell'intervista il magistrato aggiunge anche che finora le forze dell'ordine «hanno fatto un lavoro monumentale».

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