Cronaca
Venerdì 25 Aprile 2003
25 aprile di contestazioni a Caravaggio A Bergamo 5mila in piazza e al corteo
La parata all’americana, voluta dall’amministrazione comunale leghista di Caravaggio, è stata duramente contestata: spintoni, minacce ed insulti da entrambe le parti presenti al corteo
25 aprile all’insegna della contestazione oggi a Caravaggio. La parata all’americana, voluta dall’amministrazione comunale leghista, è stata duramente contestata da un gruppo di esponenti di Rifondazione comunista, dei Giovani comunisti, del Movimento studentesco e del Kollettivo Alekos. Tensione alta, e in più di un episodio si sono sfiorate risse: spintoni, minacce ed insulti da entrambe le parti presenti al corteo.
L’imponente schieramento delle forze dell’ordine ha impedito che la situazione degenerasse. I primi segni di tensione si erano già visti nella notte quando qualcuno ha imbrattato la locale sede della Lega, con scritte contro il sindaco Ettore Pirovano. Il corteo era partito da Porta Nuova con carri armati e mezzi d’epoca di proprietà di un collezionista bergamasco, ha proseguito sul viale del Santuario fino al centro civico San Bernardino: qui si sono registrate le bordate di fischi verso gli inni e le bandiere anglosassoni. La cerimonia ufficiale si è spostata nel chiostro del centro civico, ma fuori la contestazione non si è fermata.
A Bergamo invece tutto si è svolto senza problemi: 5 mila in piazza ma neppure l’ombra di una contestazione. Dopo la Messa al cimitero e la deposizione di corone d’alloro alla Rocca, corteo in viale Papa Giovanni, con discorsi ufficiali in piazza Vittorio Veneto: sul palco Eugenio Bruni, presidente del comitato antifascista, e Salvo Parigi, presidente dell’Associazione partigiani. Parigi, ricordando i giorni della liberazione di Bergamo, ha sottolineato che «la storia non si può riscrivere», e ha esortato a «non toccare la Costituzione, una delle migliori del mondo». Infine, ha invitato la città ad accogliere degnamente il presidente della Repubblica, in vista il 6 e 7 maggio.
(25/04/2003) Su L’Eco di Bergamo del 26 aprile 2003
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