Vecchie miniere, una «bomba»
Cava prosciugata: S. Brigida sicura

Una speciale miscela di argilla, cemento e acqua, frutto di centinaia di prove e immessa nelle vecchie cave di gesso, ha messo al sicuro Santa Brigida da quella che poteva essere una catastrofe. Le miniere si erano riempite di 50-60 mila metri cubi di acqua.

Una speciale miscela di argilla, cemento e acqua, frutto di centinaia di prove scientifiche e immessa nelle vecchie cave di gesso, ha messo al sicuro Santa Brigida da quella che poteva essere una catastrofe. Le miniere, chiuse da 30 anni, si erano riempite di 50-60 mila metri cubi di acqua.

Una sorta di lago sotterraneo che, secondo le stime, avrebbe sicuramente ceduto nel giro di alcuni decenni. Travolgendo l'abitato di Santa Brigida. Una «bomba» idrogeologica ora «disinnescata», che aveva messo il paese tra i 17 comuni a maggior rischio d'Italia.

Dopo cinque anni di studi, con il coinvolgimento del Politecnico di Milano, e quattro di lavori, ora l'ex cava di gesso in località Carale-Monticello è in sicurezza. Il terzo lotto di interventi, finanziato dal ministero dell'Ambiente per circa un milione di euro, è concluso.

Un'ultima parte, per completare i lavori – soprattutto esterni – con un milione e 200 mila euro messi a disposizione dalla Regione, sarà svolta il prossimo anno. Dall'apertura del cantiere, quindi, saranno stati spesi complessivamente quattro milioni e 200 mila euro.

A conclusione dei lavori si è svolto un sopralluogo per illustrare quanto finora fatto. Presenti, tra gli altri, Gian Marco Orlandi, geologo dello studio associato di geologia Spada di Ranica, l'assessore regionale al Territorio e all'Urbanistica Daniele Belotti, il sindaco di Santa Brigida Carluccio Regazzoni e l'impresa di Sondrio «Eredi del Marco» che ha eseguito i lavori.

Tutti i dettagli su L'Eco di Bergamo del 3 dicembre

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