Carnovali, viaggio nel quartiere:
tanto cemento e pochi servizi

Poteva diventare un quartiere giardino. Invece è stato sommerso dal cemento. È il quartiere Carnovali. Da un lato c'era l'area della ex Magrini, dall'altra il grande prato che andava verso l'autostrada. Ora lì c'è l'«ecomostro». 

Poteva diventare un quartiere nuovo, un quartiere giardino. Invece è stato sommerso dal cemento. È il quartiere Carnovali. Da un lato c'era l'area della ex Magrini, dall'altra il grande prato che andava verso l'autostrada. Nella ex Magrini sono arrivati 350 appartamenti, nel grande prato stanno sorgendo il centro uffici con albergo e supermercato, quello che il nostro giornale ha ribattezzato «ecomostro».

Il risultato è che il quartiere è rimasto senza spazi verdi, senza spazi sociali, l'unico «parco» è un giardinetto in via Lolmo, un fazzoletto di erba. Per tremila abitanti. Per fortuna c'è la parrocchia con la sua chiesa ultimata nel 1998 e dedicata al Sacro Cuore, la chiesa che si trova immersa nei condomini tra via Polidoro Caldara e via Carpinoni.

Il quartiere è chiuso a sud dalla via Canovine, a nord da via Magrini, a est dalla via Autostrada e a ovest da via San Bernardino. Comprende l'area artigianale di via Spino, via Vicentini, via Maestri del Lavoro.

E dire che fino al 1928 c'erano soltanto campi, poi sono arrivate le case popolari. Adesso gli abitanti sono circa 3.500. La fisionomia è cambiata, gli immigrati che arrivano da Paesi lontani sono il venti per cento della popolazione, tanto che le squadre di calcio della Polisportiva dell'oratorio sono composte per più di metà da bambini figli di famiglie immigrate. Ma d'altro canto nel recente insediamento ex Magrini ci troviamo in una zona abitata dalla media borghesia.

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