Belotti e gli impianti di smaltimento
«Un errore contrastarli per preconcetti»

«Meglio avere impianti controllati piuttosto che scoprire che i rifiuti finiscono dove non devono andare. Occorrono sempre più controlli, certo, ma il clima di sospetto non è pensabile che possa andare ad inficiare ogni iter autorizzativo per la realizzazione di un impianto di smaltimento rifiuti».

Intervenendo alla presentazione dei dati di Legambiente su i «Comuni ricicloni», l'Assessore regionale al Territorio e Urbanistica Daniele Belotti, in relazione all'inchiesta sui rifiuti, è stato chiaro: «Ho provato una forte amarezza - ha detto - e subito dopo una grande rabbia per quel che è accaduto, perché chi ha messo la faccia nella vicenda di Cappella Cantone è stato il sottoscritto».

«Continuare a contrastare in maniera preconcetta gli impianti di smaltimento - ha detto l'assessore regionale - è fondamentalmente sbagliato, visto che sappiamo bene che, nonostante i grandi risultati della differenziata in Lombardia con Comuni a livello di eccellenza europea, il ciclo della raccolta non esaurisce il problema dello smaltimento dei rifiuti».

«Se realizziamo questi impianti - ha proseguito Belotti - è perché sono indispensabili. Noi non vogliamo passare per quelli che esportano rifiuti, magari in qualche Nazione del terzo mondo, perché riteniamo corretto che quello che produciamo venga smaltito a casa nostra. Certo paga di più in termini di consensi opporsi agli impianti, ma noi ne facciamo una questione di responsabilità e di buona amministrazione e intendiamo proseguire anche se questo dovesse significare pagare in termini elettorali».

Sul capitolo termovalorizzatori: «Intendiamo mettere in rete i 13 impianti lombardi - ha detto Belotti -, così come previsto dalle linee guida in materia recentemente approvate dal Consiglio regionale. L'obiettivo è razionalizzare evitando di dover realizzare nuovi impianti, sopperendo così alle carenze di smaltimento che per il momento caratterizzano alcune province».

«Già, perché i buoni risultati lombardi non sono stati fino ad oggi così omogenei. C'è però per fortuna anche chi - come Pavia città - ad appena sei mesi dall'avvio della raccolta differenziata, ha già raggiunto un risultato eccezionale, arrivando ad una percentuale oltre il 60 per cento».

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