Moro verso il Nanga Parbat
Messner: «È vero alpinismo»

Simone Moro aveva già donato una piccozza: nel 2005 a Carlo Azeglio Ciampi. Ha concesso martedì a Milano nella sede della Gazzetta dello Sport, dove assieme al compagno Denis Urubko ha annunciato l'imminente partenza (il 26 dicembre) per il Nanga Parbat.

Simone Moro aveva già donato una piccozza: nel 2005 a Carlo Azeglio Ciampi, all'epoca presidente della Repubblica in occasione di una sua visita ufficiale a Bergamo. Il bis l'ha concesso martedì a Milano nella sede della Gazzetta dello Sport, dove assieme al compagno Denis Urubko ha annunciato l'imminente partenza (il 26 dicembre) per il Nanga Parbat.

La dedica, che porta la firma di entrambi, dice tutto: «A Reinhold Messner, fonte di ispirazione per il nostro alpinismo». Non capita infatti tutti i giorni che il grande scalatore altoatesino partecipi alla presentazione di una spedizione, anzi non è mai capitato.

Moro e Urubko lo sanno bene. E il regalo è sì un omaggio doveroso, ma anche una sorta di sigillo per ciò che, agli occhi di tutti, appare come un passaggio di testimone tra generazioni. La conferma nelle parole dello stesso Messner.

«Quello di Moro e Urubko – ha ribadito – è un alpinismo classico, lontano sia dalle spedizioni commerciali che dalle collezioni di ottomila. Un alpinismo di esplorazione che punta all'essenziale». Il Nanga che li attende sarà proprio così. Perché lassù a 8.125 metri in inverno non è mai salito nessuno. Nemmeno il grande Messner che questa cima nella catena del Karakorum la conosce come le sue tasche.

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