Speleosub, missione compiuta
L'Abisso svela una nuova grotta

Lo Smeraldo ora può brillare. Al terzo tentativo gli speleologi e i sommozzatori che esplorano l'Abisso Bueno Fonteno, ce l'hanno fatta: sono riusciti a superare il sifone chiamato con il nome della pietra preziosa, posto a 451 metri di profondità, guardando più in là.

Lo Smeraldo ora può davvero brillare. Al terzo tentativo gli speleologi e i sommozzatori del Progetto Sebino, l'associazione che si è costituita cinque anni fa per esplorare il sistema carsico che si espande tra il Sebino e la Valle Cavallina e che è stato battezzato Abisso Bueno Fonteno, ce l'hanno fatta: sono riusciti a superare il sifone chiamato con il nome della pietra preziosa, posto a 451 metri di profondità e a oltre due chilometri dall'ingresso della grotta, gettando uno sguardo ancora più in là.

Protagonista dell'impresa è stato Luca Pedrali, speleosub bresciano di Chiari, che nuotando a tentoni nella galleria del sifone Smeraldo è riuscito ad arrivare in fondo al tunnel e a scoprire un'altra grotta profonda almeno quaranta metri, ma di cui non è riuscito a vedere la fine perché troppo grande anche per i potenti fari impermeabili attaccati al suo casco.

Grazie ai metri di grotte, cunicoli e gallerie esplorati da venerdì a domenica, si avvicina sempre più la fatidica soglia dei venti chilometri di sviluppo complessivo dell'Abisso, che collocherà la grotta dell'alto Sebino tra le maggiori in Italia. Per avere un'idea: le grotte di Frasassi in provincia di Ancona, frequentatissime dai turisti, hanno uno sviluppo complessivo di venticinque chilometri.

La spedizione era entrata nella grotta a Fonteno venerdì pomeriggio, giorno dell'Epifania. In tutto, si sono calati questa volta tredici tra speleologi e speleosub. Il campo base, con alcune tende e una piccola cucina, è stato allestito a ridosso del sifone Smeraldo. L'esplorazione di quest'area era stata tentata per la prima volta il 9 dicembre del 2009, secondo tentativo il 24 gennaio scorso.

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