«Non ho più la testa sulla scalata»
Moro: il pensiero va solo a Mario

«Ora non abbiamo più la testa per pensare alla nostra scalata. Il programma era quello di salire ancora, vedremo fra qualche giorno». Simone Moro, sulle pendici del Nanga Parbat, è sconvolto: «I pensieri sono tutti per Mario».

«Eravamo felici di aver trovato la via fino a qua, a naso nel ghiacciaio, un po' marciando con le ciaspole, un po' infilando i ramponi per poi tornare alle ciaspole - ha detto Simone Moro via satellitare mentre si trova sulle pendici del Nanga Parbat a un giornalista della Gazzetta -. Da Messner ho avuto la conferma che siamo proprio dove lui aveva piazzato il suo campo avanzato nel 2000. Poi dal campo base Matteo ci ha dato una notizia che ci ha sconvolto. La scomparsa di un grande alpinista e soprattutto di un amico, Mario Merelli. Ne aveva fatto di tutte in montagna Mario, anche sugli 8000, ed è caduto sulla montagna che conosceva meglio, sopra casa sua - continua Simone Moro -. Siamo senza parole. Lo conoscevo bene e anche Denis (il collega kazako Denis Urubko, ndr) era stato in spedizione con lui e poi ultimamente, quando era in Italia, facendo base a Bergamo gli capitava di incontrarlo, essendo anche Mario della mia città».

«Così ora non abbiamo più la testa per pensare alla nostra scalata. Il programma era quello di salire ancora, possibilmente oltre i 6000 metri. Vedremo fra qualche giorno. Ora dormiamo qui, perché è già troppo tardi per scendere. Ma domani torniamo al campo base e ci restiamo qualche giorno. I nostri pensieri sono tutti per Mario. Siamo vicini alla sua famiglia».

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