Servizio civile, c'è un ricorso
E i volontari restano al palo

Amara sorpresa per i volontari che a febbraio avrebbero dovuto iniziare a svolgere il servizio civile: i progetti sono stati infatti sospesi a causa di un'ordinanza emessa dal Tribunale di Milano. Tutto è nato da un ricorso di studente pakistano.

Amara sorpresa per i volontari che a febbraio avrebbero dovuto iniziare a svolgere il servizio civile: i progetti sono stati infatti sospesi a causa di un'ordinanza emessa dal Tribunale di Milano. Ma andiamo con ordine: tutto ha inizio lo scorso ottobre, quando uno studente pachistano, residente in Italia da 15 anni, si vede respingere la domanda di partecipazione al servizio civile perché privo del requisito della cittadinanza italiana.

Il giovane presenta ricorso e nei giorni scorsi una sentenza del Tribunale del lavoro di Milano dichiara discriminatoria la limitazione prevista dall'articolo 3 del bando di selezione per i volontari del servizio civile, dove si chiede il possesso della cittadinanza italiana quale requisito di ammissione.

Con la stessa decisione il giudice ordina all'Unsc (Ufficio nazionale per il servizio civile) di sospendere le procedure di selezione, modificare il bando nella parte in cui richiede il requisito della cittadinanza consentendo l'accesso anche agli stranieri soggiornanti regolarmente in Italia e fissare un nuovo termine per la presentazione delle domande.

Conseguenza: sospensione con effetto immediato dell'avvio al servizio civile per i 18mila volontari selezionati con l'ultimo bando nazionale, risalente allo scorso 20 settembre.

«Una situazione allucinante - commenta Claudio Di Blasi, presidente dell'associazione Mosaico, l'ente che si occupa della gestione del servizio civile a Bergamo -: è un enorme danno per tutti: ragazzi, enti e cittadini. La questione a livello di principio potrebbe vedermi favorevole ma è stata gestita talmente male da mettere in difficoltà migliaia di persone che avevano fatto un investimento di non poco conto nei progetti di servizio civile».

Associazione Mosaico ha da poco approvato le graduatorie definitive e i volontari avrebbero dovuto iniziare a febbraio. Ora è tutto sospeso: da un giorno all'altro, 223 ragazzi si sono visti annullare i loro progetti futuri. «Abbiamo provveduto a informarli della spiacevole situazione - prosegue Di Blasi -. Alcuni erano in lacrime: si erano licenziati pochi giorni fa dal lavoro per poter prendere parte all'esperienza del servizio civile. I tempi di sblocco saranno lunghi, ci vorranno un mese e mezzo o due. Ora stiamo cercando soluzioni per l'attesa».

Nonostante la situazione, nessun commento xenofobo per quello che è successo. Puntualizza Di Blasi: «È una prova di razionalità e civiltà che non dovremo mai scordare in futuro». La vicenda potrebbe portare a rivedere nell'agenda politica la proposta di dare la cittadinanza alle cosiddette «seconde generazioni», i figli di immigrati nati o cresciuti nel nostro Paese. Intanto il ministro per la Cooperazione internazionale e l'integrazione Andrea Riccardi ha dato il via libera alla presentazione del ricorso contro l'ordinanza, per «evitare che siano annullate le partenze di 18mila giovani previste per il 2012».

Giada Frana

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