Sottozero, vita dura da clochard:
Alfredo ha un rifugio in Città Alta

Faceva l'imbianchino e viveva con la famiglia: poi uno screzio, una discussione, e la scelta di andarsene. Sì, ma dove. Lui ha scelto di fare il barbone, il senzatetto, per dirla più elegantemente, alla francese, il clochard. Ma a Bergamo quanti sono?

Faceva l'imbianchino e viveva con la famiglia: poi uno screzio, una discussione, e la scelta di andarsene. Sì, ma dove. Lui ha scelto di fare il barbone, il senzatetto, per dirla più elegantemente, alla francese, il clochard. Ma a Bergamo quanti sono?

Solo il «rifugio» del Galgario in un anno ha accolto 650 diverse persone. Alfredo, l'ex imbianchino, clochard per scelta da 10 anni, in questo periodo di gelo è fra i più fortunati: ha un rifugio in Città Alta, segretissimo. Lo divide con un altro senzatetto.

Per chi non ha una casa si sta attivando una rete tra associazioni (Caritas diocesana bergamasca e Servizio Esodo) sempre impegnate nelle attività caritative, Comune e per la prima volta anche la Croce Rossa Italiana, sezione di Bergamo, per portare sollievo e aiuto ai senza fissa dimora che popolano le strade cittadine.

La divisione emergenze della Cri di Bergamo infatti, per il primo anno, in collaborazione con il servizio del 118, mette a disposizione due squadre di volontari per portare soccorso e bevande calde a chi è in difficoltà.

L'intenzione - spiegano dalla presidenza del comitato provinciale della Cri - è di organizzare due giri di monitoraggio, uno in tarda serata e uno di prima mattina, per i punti metropolitani in cui si rifugiano i senza tetto. Verranno distribuite bevande calde per riscaldare chi dorme fuori ma anche effettuare controlli medici sullo stato di salute di alcuni clochard.

Nel video allegato: una notte nei rifugi dei senzatetto, le interviste ai clochard e ai volonari che li aiutano

Leggi tutto su L'Eco di Bergamo del 4 febbraio

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