Omicidio nel centro di Romano Marocchino arrestato

VIDEOArresto_Romano.wmvÈ stato rintracciato dai carabinieri in un locale pubblico di Romano, con ancora evidenti sul volto e alle mani i segni della colluttazione, il presunto autore dell’omicidio di Abdelkrim Salhi, il marocchino trentenne e incensurato, ucciso nella notte tra lunedì e martedì nel centro storico della cittadina della Bassa. In carcere a Bergamo è finito un connazionale della vittima: Kamal Ayoube, 28 anni, clandestino in Italia e già condannato, un anno e mezzo fa, per un furto. Sottoposto a fermo di indiziato di delitto per omicidio volontario, è stato ascoltato dal giudice per le indagini preliminari Alberto Viti nell’interrogatorio di convalida. Da qui l’arresto per omicidio.La svolta nelle indaginiLe indagini coordinate dal pubblico ministero Letizia Ruggeri e condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo, agli ordini del capitano Giovanni Mura, di Romano e della compagnia di Treviglio, comandati dal tenente Antonio Berardi, hanno portato al fermo del marocchino in meno di quarantotto ore dal delitto: Kamal Ayoube è stato infatti rintracciato alle 18,30 della vigilia di Natale. Come gli inquirenti avevano sospettato fin da subito, l’omicidio è maturato al culmine di una violenta lite nata per futili motivi e alimentata dall’alcol e dalla cocaina. Il fermato ha infatti informalmente ammesso ai carabinieri di essere l’autore del delitto e, secondo la sua versione dei fatti che ha ripetuto anche al gip sabato 28 dicembre, Abdelkrim gli avrebbe chiesto di riavere indietro i 20 euro che gli aveva consegnato in cambio di una sniffata di cocaina. Kamal Ayoube si sarebbe rifiutato di restituire il denaro e, per questo, sarebbe nata la violenta colluttazione. I due immigrati si sono quindi affrontati a colpi di bottiglie rotte e Abdelkrim ha avuto la peggio, colpito da un coccio di vetro sul lato sinistro del collo: la ferita gli ha reciso la carotide, facendolo morire dissanguato in mezzo a via Maffi. Il suo connazionale se l’è cavata: ferito al volto e alle mani, è riuscito a scappare, lasciando dietro di sé una lunga scia di sangue che ha consentito agli investigatori di ricostruire i suoi movimenti e raccogliere indizi contro di lui. Un ruolo fondamentale nella sua identificazione l’ha giocato anche un testimone, che aveva notato i due litigare in centro a Romano poco prima del delitto. Il sospettato ha comunque spiegato ai carabinieri di aver colpito il connazionale solo dopo che Abdelkrim lo aveva già ferito al viso con una bottigliata, dunque per difendersi e – a suo dire – non per ammazzarlo. Lunedì notte in centro a Romano c’erano diversi bidoni dell’immondizia pieni di bottiglie vuote, visto che martedì mattina era in programma la raccolta differenziata del vetro. Per questo durante la loro lite – iniziata poco prima delle 3 – i due immigrati hanno preso delle bottiglie vuote e si sono affrontati: la lite è iniziata in via Nazario Sauro, vicino all’entrata del «San bar», dove i due immigrati hanno cominciato a colpirsi con le bottiglie. La ricostruzione della notte dell’omicidioI due si conoscevano e si frequentavano da tempo. La notte dell’omicidio si erano incontrati in un bar di Romano dove avevano bevuto insieme diversi drink. Entrambi alticci si erano poi allontanati dal bar e sentiti telefonicamente qualche ora più tardi. Poi l’incontro in via Sauro e il litigio per i soldi della droga. Da via Sauro la lite è proseguita nella vicina via Maffi, dove Abdelkrim è stato colpito alla gola con la bottigliata che gli è risultata fatale. Nelle ore successive i carabinieri hanno ascoltato una quarantina di persone, tra conoscenti, possibili testimoni e residenti della zona. Intanto Kamal Ayoube, dopo la lite finita in tragedia, sarebbe scappato in una ex segheria di viale Resurrezione, il luogo in stato di abbandono dove l’uomo è solito dormire con altri connazionali. Per far perdere le sue tracce, però, il giorno successivo avrebbe cambiato dimora, rifugiandosi in un casolare abbandonato nei pressi della ferrovia. Gli inquirenti lo hanno però rintracciato e fermato intorno alle 18.30 la Vigilia di Natale nel bar che frequentava solitamente proprio con la sua vittima.Il fermo del sospettatoMedicato all’ospedale di Romano per le ferite sul volto e sulle mani, è stato dimesso con dieci giorni di prognosi e accompagnato in carcere. Già condannato per la legge sull’immigrazione, l’immigrato è risultato colpito da un’ordinanza di carcerazione emessa a seguito di una condanna per furto, un anno e mezzo fa. L’ordinanza è stata eseguita dai carabinieri mercoledì pomeriggio, nello stesso contesto del fermo di indiziato di delitto. Lo stesso giorno, poco prima del fermo del sospettato, al cimitero di Bergamo si era conclusa l’autopsia sulla salma di Abdelkrim Salhi: l’esame ha confermato che il colpo mortale è stato quello inferto sul lato sinistro del collo con un coccio di bottiglia. I graffi al volto, invece, sono stati ricondotti alla precedente colluttazione: sono le stesse ferite che presentava al viso anche il fermato.(27/12/2008)

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