La tragedia nel Canton Ticino
«Il figlio distrutto dal dolore»

È stata una domenica di dolore per i parenti di Cristiana Birolini, l'escursionista 57enne di Nembro che sabato 25 febbraio è morta nel Canton Ticino, in Svizzera, dopo essere volata in un crepaccio per circa 300 metri. Il rientro della salma in Italia martedì o mercoledì.

È stata una domenica di dolore per i parenti di Cristiana Birolini, l'escursionista 57enne di Nembro che sabato 25 febbraio è morta nel Canton Ticino, in Svizzera, dopo essere volata in un crepaccio per circa 300 metri.

Il marito Ginetto Bergamelli, che sabato era con lei, il figlio Matteo e la sorella Marina sono stati al cimitero di Belinzona dove è stata trasferita la salma. Il rientro in Italia è previsto per martedì o mercoledì, mentre i funerali non sono stati ancora fissati.

I familiari non riescono ancora a spiegarsi l'accaduto. «È stata una cosa assurda, una passeggiata che si è trasformata in tragedia - commenta Marina Bergamelli -. Matteo ha visto la mamma ed era disperato, distrutto dal dolore. Ci hanno detto che è morta per il trauma cranico accusato nella caduta».

Cristina era un'alpinista esperta e la sua morte non è stata provocata da un errore tecnico, è stata purtroppo una tragica fatalità. L'incidente è avvenuto a quota 2.900 metri, quasi alla vetta del Poncione di Maniò (2.925) durante una gita che per la coppia di Nembro - sabato insieme ad altre due persone - era una tradizione consolidata.

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