Missioni: si può essere testimoni
nel luogo in cui ci si trova a vivere

La missione si esprime in forme diverse, perché riguarda persone e luoghi diversi tra loro. È ciò che si annuncia che resta unico: la buona notizia del Vangelo, quella che si fa vicina ad ogni uomo, nelle terre più sperdute del mondo, nella parrocchia e anche in famiglia.

La missione si esprime in forme diverse, perché riguarda persone e luoghi diversi tra loro. È ciò che si annuncia che resta unico: la buona notizia del Vangelo, quella che si fa vicina ad ogni uomo, nelle terre più sperdute del mondo, nella parrocchia e anche in famiglia.

La giornata di domenica dell'88° Convegno missionario diocesano ha detto questo, in primo luogo attraverso le testimonianze di sacerdoti all'interno di Chiese di altri continenti, quello latino-americano, quello africano e quello asiatico.

L'Africa ha preso la voce di monsignor Felix Kouadio, vescovo di Bondoukou, in Costa d'Avorio. Una diocesi giovane che celebra quest'anno i 25 anni di vita e rappresenta la vitalità della Chiesa africana, il fiorire delle vocazioni, la festa gioiosa della domenica, pur in una terra squarciata dalla guerra civile.

All'assemblea ha rivolto un appello missionario, fuori dalla visione comune. «Non temiamo di impegnarci. Ciascuno è chiamato ad annunciare il Regno nel luogo e nel modo in cui Dio vuole. Possiamo essere missionari in ogni modo».

Uno è quello dei sacerdoti a servizio della Bolivia, dove 50 anni fa è iniziata la cooperazione con la Chiesa di Bergamo. In Bolivia è stato per 11 anni don Cristoforo Vescovi, ora parroco di Villongo. Nel suo racconto la vicinanza alla gente boliviana, in un annuncio che si estende nei tentativi di fare comunità, di invitare la gente a stare insieme, partendo dalla cura delle malattie e dall'istruzione.

Inserito nel Convegno missionario, il Convegno ragazzi, con quasi 1.000 presenze e il volto fresco e dinamico di circa 60 parrocchie. Laboratori e giochi hanno tracciato l'itinerario della giornata alla scoperta di come riconoscere, anche in parrocchia, i tratti essenziali della missionarietà.

«Anche voi ragazzi potete dire una parola di Vangelo - ha sottolineato il vescovo Francesco Beschi nell'omelia - che diventa parola di vita vissuta. Se avete incontrato Gesù, lì dove siete, trasformate il mondo come lo vuole Lui. È questa la vostra missione».

La Messa è stata il cuore della festa, col dono al vescovo di un calice decorato con i colori dei cinque continenti, con le casule coloratissime dei celebranti, con la consegna della croce missionaria a Stefania, una giovane che partirà per il Brasile, e poi il grido dei ragazzi alla proposta missionaria del vescovo: «Ci sto!».

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