Parcheggi nuovo ospedale, NurSind:
«Ripensare la politica di gestione»

La Confederazione Gilda-Unams, organizzazione di comparto NurSind (sindacato delle professioni infermieristiche), interviene sul tema dei parcheggi del nuovo ospedale: «Gestione da rivedere, devono diventare una risorsa, non possono essere una spesa pubblica a vantaggio dei privati».

La Confederazione Gilda-Unams, organizzazione di comparto NurSind (sindacato delle professioni infermieristiche), interviene sul tema dei parcheggi del nuovo ospedale: «Gestione da rivedere, devono diventare una risorsa, non possono essere una spesa pubblica a vantaggio dei privati». Ecco la lettera aperta inviata al governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, e all'assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani.

«Stimato Governatore, la vicenda dell'apertura del nuovo ospedale di Bergamo, Beato Giovanni XXIII, si sta protraendo al di la di ogni aspettativa. Operatori sanitari e non e l'intera cittadinanza sono speranzosi nella nuova data di ottobre 2012 per il trasloco definitivo di tutta la struttura».

«Mancano quindi pochi mesi e ancora incerti rimangono i problemi del parcheggio della nuova struttura che, solo apparentemente, sono marginali all'opera stessa. Come ben saprà, la scelta politica è stata quella di affidare a un gestore privato sia la realizzazione che la gestione per 30 anni attraverso il project financing».

«Il costo preventivato è passato dagli iniziali 16,5 milioni agli attuali 26 a causa del mancato avvio della struttura nel 2009. La società di gestione ora rivendica un risarcimento di 9,5 milioni per il mancato ricavo relativo agli anni 2010-11».

«L'intera opera è stata rifinanziata del 25% passando dai 400 agli attuali 500 milioni. Includere anche i costi di realizzazione dei parcheggi avrebbe inciso solo per il 3,3% ma avrebbe garantito una risorsa sicura e costante nel tempo che si sarebbe ripagata da sola in pochi anni».

Stante la situazione, i problemi che restano insoluti sono:
1. Tariffe elevate per gli utenti che accederanno alla struttura, tenendo conto che non vi si recano per divertimento bensì per necessità legate alla salute;
2. Dipendenti che dovrebbero sborsare 50 euro mensili di abbonamento per posto auto che, in un contesto di blocco dei contratti, significa di fatto una decurtazione degli stipendi;
3. Insufficiente capienza dei posti auto sia per l'utenza che per i dipendenti. Ciò risulta incomprensibile per una struttura moderna e che si immagina pensata per prevederli in misura adeguata all'afflusso attuale;
4. Intasamento della circolazione e delle strade del quartiere adiacenti il nuovo ospedale, sia a causa della carenza dei posti auto che per le tariffe elevate;
5. Mancata ristrutturazione della viabilità (linee di trasposto pubblico e fermata della ferrovia).

«Su tutto ciò graverebbe l'ulteriore incertezza sulla data del trasloco. Se per qualche ragione si dovesse ritardare ulteriormente, la società di gestione avanzerebbe nuove pretese risarcitorie nei confronti delle amministrazioni pubbliche, incrementando a dismisura il costo dell'operazione».

«L'accordo di programma vede coinvolte 4 istituzioni pubbliche: la Regione, la Provincia, il Comune e l'Azienda Ospedaliera. Quale di queste si sobbarcherà gli oneri di queste spese aggiuntive? Con tutta probabilità se ne dovrà far carico in parte la Regione e in parte l'Azienda attraverso una contrazione delle previsioni di bilancio e di spesa».

«Ma a questo punto non sarebbe opportuna una presa di responsabilità autorevole e coraggiosa che ripensasse l'affidamento al privato, accollandosene i costi attuali nella prospettiva di una risorsa durevole e vantaggiosa per le casse pubbliche?».

«I cittadini sarebbero ben più propensi a pagare tariffe meno esose e sapendo che gli utili di gestione andrebbero per i primi anni al ripianamento dell'opera e nei successivi potrebbero essere destinati al finanziamento delle associazioni di volontariato che collaborano attivamente con i Riuniti di BG».

«Le associazioni di volontariato stesse (pensiamo in particolare agli alpini dell'Ospedale da Campo ma non solo), potrebbero far risparmiare sui costi di gestione garantendoli con la loro opera gratuita ed inoltre, fornire quei servizi aggiuntivi che il privato non garantirebbe, come l'assistenza negli spostamenti dell'utenza, l'accompagnamento e le indicazioni per accedere alla struttura, tenendo conto che non sarà facile orientarsi per i cittadini e che i km da percorrere a piedi non saranno indifferenti».

«Per queste ragioni lanciamo un appello al Governatore in primis, ma anche alle istituzioni che concorrono all'accordo di programma, affinché ripensino per il bene della collettività, con coraggio e lungimiranza, la politica dei parcheggi dei nuovi ospedali in Lombardia, lanciando al contempo una sfida e un segnale etico ed innovativo oltre che un nuovo modello anche per le altre Regioni».

«In pochi mesi abbiamo raccolto 2.141 firme tra il personale dipendente dell'azienda e la cittadinanza, consegnate ufficialmente al Dir. Gen. Carlo Nicora in data 29.2.12 a sostegno delle argomentazioni suddette e a dimostrazione di quanto alta sia l'attenzione sul problema. Fiduciosi in una Sua autorevole risposta, siamo a disposizione per ogni ulteriore chiarimento e collaborazione».

Distinti saluti
Bergamo, 5 marzo 2012

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