Tangenti, Boni: Sono estraneo
Pd e Idv: Dimissioni ed elezioni

La tangentopoli lombarda che ha decapitato l'Ufficio di presidenza del Pirellone è arrivata in casa Lega. Dopo Franco Nicoli Cristiani e Massimo Pozzoni del Pdl e Filippo Penati del Pd, ora è arrivato il turno di Davide Boni del Carroccio. Ecco le reazioni.

La tangentopoli lombarda che ha decapitato l'Ufficio di presidenza del Pirellone è arrivata in casa Lega. Dopo Franco Nicoli Cristiani e Massimo Pozzoni del Pdl e Filippo Penati del Pd, ora è arrivato il turno di Davide Boni del Carroccio. Il presidente del Consiglio regionale è indagato per corruzione per mazzette da oltre un milione di euro incassate tra il 2008 e il 2010 nell'ambito dell'inchiesta di Cassano che l'estate scorsa portò in carcere l'allora sindaco Edoardo Sala. Per i pm i soldi intascati da Boni non erano per uso personale, ma erano utilizzati per il partito come avveniva venti anni fa all'epoca di Tangentopoli. Ieri gli uomini della Guardia di Finanza sono andati a caccia di documenti cartacei e informatici nella sede del Pirellone.

LE REAZIONI

«In relazione ai fatti oggi contestati anticipo sin d'ora la mia totale estraneità». Sono le parole del presidente del Consiglio regionale lombardo, Davide Boni, alla notizia dell'indagine per corruzione a suo carico. L'esponente leghista ha anche sottolineato la «piena disponibilità» a chiarire con gli inquirenti la sua posizione e l'estraneità ai fatti contestati per «fare piena luce sulla vicenda nei tempi più rapidi possibili».

Il «caso Boni», però, piomba come un fulmine a ciel sereno durante la seduta del Consiglio regionale, dividendo i partiti sulla necessità delle dimissioni e di andare subito al voto. Se Pdl e Lega, infatti, dicono no alle dimissioni e alle elezioni anticipate, Pd e Idv chiedono entrambe a gran voce. Più sfumata la posizione dell'Udc, che invoca il passo indietro di Boni ma non il voto.

Il presidente della Regione, Roberto Formigoni, lascia al diretto interessato le valutazioni sulle eventuali dimissioni e ricorda «che le responsabilità penali sono di tipo personale e sarà la magistratura a giudicare ed eventualmente emettere condanne». Insomma, niente processi mediatici, anche se nel caso «fossero dimostrati degli atti dannosi nei confronti della Regione Lombardia ci costituiremo parte civile come parte lesa». Il governatore, poi, si augura che Boni «riesca presto a dimostrare la sua totale estraneità» ai fatti. Sulla richiesta di elezioni anticipate, Formigoni attacca l'opposizione spiegando che non le vogliono «neanche loro».

Il vicegovernatore, Andrea Gibelli, collega di partito di Boni, spiega che al momento «non c'è alcuna richiesta formale di dimissioni», anche se nel Carroccio serpeggia più di un mal di pancia tra i consiglieri. Sarebbero in molti, infatti, che vorrebbero vedere Boni rassegnare le dimissioni, soprattutto dopo che i suoi quattro colleghi dell'Ufficio di presidenza, precedentemente indagati, hanno tutti fatto un passo indietro.

Infatti, dall'Udp si sono dimessi nell'ordine: i vicepresidenti Filippo Penati e Franco Nicoli Cristiani, e il consigliere segretario, Massimo Ponzoni. Insomma, secondo molti, se Boni restasse in sella sarebbe una macchia indelebile per tutto il partito. E che cosa pensino la maggior parte dei leghisti lo ha espresso il capogruppo Stefano Galli che, alla domanda se siano opportune le dimissioni del presidente dell'aula, ha risposto: «Io non faccio il magistrato ma visto come sono andate le cose con i suoi predecessori credo di sì».

Dall'opposizione il consigliere Idv, Gabriele Sola, attacca: «Ci aspettiamo che Boni rassegni al più presto le dimissioni da presidente del Consiglio regionale». Secondo Sola, «la gravità della situazione non ammette alternative, la strada da intraprendere è una sola: il voto anticipato». Esattamente le stesse richieste formulate dal capogruppo del Pd, Luca Gaffuri. Il segretario regionale del Partito democratico, Maurizio Martina, punta il dito contro l'alleanza Pdl-Lega che governa da anni Regione Lombardia: «Devono guardare in faccia una situazione politica ormai insostenibile, aggravata oggi dalla vicenda che ha interessato il presidente del Consiglio regionale». La maggioranza «non può pensare di tirare a campare come se nulla fosse». Insomma, per Martina, «occorre aprire una fase nuova di totale rinnovamento dell'istituzione regionale», e per farlo «servono subito nuove elezioni». Anche Gianmarco Quadrini (Udc) chiede un passo indietro di Boni, allontanando però lo spettro delle elezioni anticipate. Il Pdl, attraverso il suo capogruppo Paolo Valentini, si schiera a difesa del Carroccio: attenderà «gli esiti delle indagini».

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