Treviolo, cromo sotto la scuola
I valori superano il limite del 50%

Settantacinque microgrammi di cromo totale per litro, contro i 50 consentiti: dunque 25 microgrammi (il 50% del valore tollerato) oltre la soglia fatidica. Questo, stando alle prime informazioni, il risultato degli esami sul materiale preso sotto il campus scolastico in costruzione a Treviolo.

Settantacinque microgrammi di cromo totale per litro, contro i 50 consentiti: dunque 25 microgrammi (il 50% del valore tollerato) oltre la soglia fatidica. Questo, stando alle prime informazioni, il contenuto degli esami eseguiti dall'Arpa di Brescia su tre campioni di materiale di riempimento riversato dall'impresa Locatelli di Grumello del Monte sotto il campus scolastico in costruzione a Treviolo, in via Papa Giovanni.

Valori che hanno indotto il pm Carmen Pugliese a fermare i lavori e disporre il sequestro penale dell'area. Un superamento dei limiti evidente, sì, ma che per il momento - in attesa di eventuali ulteriori esami - riguarda solo una parte dell'area, quella dove l'Arpa ha prelevato i campioni: il marciapiede Sud della scuola.

Che il problema sia circoscritto solo a quell'ala del polo scolastico? È ciò che sperano tutti a Treviolo, a cominciare dal sindaco Gianfranco Masper. Precedenti controlli effettuati proprio su input dell'Amministrazione comunale in altri punti del cantiere, infatti, avevano dato esito negativo e, dunque, confortante per il prosieguo dei lavori: l'ultimo valore del cromo (registrato nell'estate del 2011) era pari a 5 microgrammi, un decimo della soglia.

Tre sono gli indagati, per via del loro ruolo di responsabilità nella realizzazione dell'opera: Andrea Fusco, ex amministratore dell'impresa Locatelli Geom. Gabriele, l'imprenditore Francesco Fiorini e il direttore dei lavori, Flavio Todeschini. Nei loro confronti l'accusa è traffico di rifiuti.

I legali hanno presentato istanza di riesame: l'udienza è fissata per giovedì in Tribunale. L'obiettivo delle difese è arrivare in tempi rapidi alla ripetizione degli esami, nominando consulenti di parte, in contraddittorio con la procura, per chiarire cosa ci sia effettivamente sotto il cantiere. Fra le preoccupazioni degli inquirenti, quella che il cromo possa aver inquinato la falda acquifera.

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