Case Aler e lo sconto del 50%
La Cgil: «Forte preoccupazione»

Fillea-Cgil di Bergamo e il Sunia, il sindacato degli inquilini della Cgil esprimono «forte preoccupazione in merito alla decisione dell'Aler di assegnare, dopo le note peripezie del cantiere, i lavori ad un'impresa che ha offerto uno sconto di oltre il 50%».

Per la realizzazione dei novanta appartamenti Aler di via Carnovali il sindacato apprende dalla stampa locale che riparte il cantiere: ricominciano, dunque, i lavori avviati nel 2003 e che hanno visto già due aziende all'opera, una fallita, l'altra sparita, «taglieggiata dai clan dei Casalesi».

Ma la Fillea-Cgil di Bergamo e il Sunia, il sindacato degli inquilini della Cgil esprimono «forte preoccupazione in merito alla decisione dell'Aler di assegnare, dopo le note peripezie del cantiere, i lavori ad un'impresa che ha offerto uno sconto di oltre il 50% rispetto alla base d'asta».

«Ancora una volta ci viene il dubbio che sia stato scelto il massimo ribasso quale unico criterio per l'aggiudicazione di un lavoro pubblico importante -  commentano Angelo Chiari, segretario generale provinciale della Fillea e Pietro Roberti, segretario del Sunia di Bergamo -. La direzione Aler afferma di aver usato la ‘massima prudenza per evitare anni di procedimenti giudiziari'. La riteniamo una scelta alquanto discutibile per assicurarsi da eventuali blocchi del cantiere, vista anche la travagliata vicenda che ha rallentato la consegna degli alloggi di quasi dieci anni».

«Il 50% di ribasso appare ancora più singolare alla luce della dichiarazione dei tecnici dell'Aler rispetto a un rincaro dei costi necessari per ultimare il  cantiere. Sorge spontanea (forse un po' ingenua) una domanda: come hanno calcolato i costi di realizzazione i tecnici, se poi c'è qualcuno che li può realizzare a circa la metà del costo? Nella migliore delle ipotesi l'impresa, pur di aggiudicarsi l'appalto, di fronte ad un momento particolarmente difficile per il settore edile, sarà costretta a tagliare sui costi della sicurezza, come purtroppo spesso avviene, ricorrendo magari ad altri subappalti a catena?»

«Oppure, ancora, non sarà che per contenere i costi ne risentirà la qualità dell'opera? Forse è tempo che le pubbliche amministrazioni comincino a valutare altre priorità per assegnare la costruzione di opere importanti per la comunità. Forse una valutazione più ponderata e davvero prudente andava svolta considerando il fatto che novanta famiglie aspettano da quasi dieci anni di vedersi riconosciuto il diritto ad una casa».

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