Ecco il movimento «Verso Nord»
«Diluvio di tasse, così si muore»

«Il Nord sta morendo sotto un diluvio di tasse e con il Nord muore il Paese». La manifestazione unitaria del nuovo partito «Verso Nord» di Cacciari e Cè si è aperta con le parole del portavoce Alessio Vianello sabato a Bergamo.

«Il Nord sta morendo sotto un diluvio di tasse e con il Nord muore il Paese». La manifestazione unitaria del nuovo partito Verso Nord si è aperta con le parole del portavoce Alessio Vianello. E tasse, fallimento del percorso politico degli ultimi vent'anni, necessità di una rinascita, sono stati al centro del dibattito che si è svolto sabato 21 aprile al Centro congressi Giovanni XXIII: numerosi delegati da Veneto, Piemonte ed Emilia e nella sala piena, nella veste di invitato, anche Giorgio Gori.

Verso Nord accoglie tra le sue file, in modo trasversale, numerosi ex dei partiti storici come Massimo Cacciari e Alessandro Cè. Dal centrodestra al centrosinistra. E si accomuna, per le idee fondanti e il percorso a cui mira, al movimento ItaliaFutura di Montezemolo. Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia Mestre e tra i fondatori di Verso Nord, ha puntato l'indice sulla ricetta nazionale anticrisi: «Le manovre di questo governo parlano di 205 miliardi spalmati in tre anni, sono manovre dure, dove oltre il 70% sono tasse e il resto tagli che incidono sul bilancio delle famiglie».

La «scuola del rigore» è stata bocciata senza appello da Bortolussi: «Se curi un malato non puoi operarlo senza dargli ossigeno, altrimenti muore». E quando si parla di malato, si parla di Italia. «Tanto valeva - ha proseguito - aumentare il debito pubblico, ma per puntare alla crescita».

Bortolussi ha poi sfatato l'idea che, se l'Italia va male, la colpa è degli evasori. Ora, posto che l'evasione fiscale va evidentemente condannata e combattuta, il segretario della Cgia Mestre, con un esempio, ha spiegato: «Ipotizziamo che ci sia il condominio Italia, sporco e senza servizi, e il condominio Germania dove tutto funziona. Se nel primo sei condòmini devono pagare 150 e uno non versa, l'amministratore avrebbe in mano 750, mentre nel secondo se tutti pagano cento il totale è 600. Ma nel condominio Italia, dove si versa di più, l'amministratore spreca i soldi e dice che mancano i servizi per colpa di quell'unico che non paga».

Leggi di più su l'Eco di domenica 22 aprile

© RIPRODUZIONE RISERVATA