Il gioco d'azzardo è la 3ª industria
In aumento i giovani indebitati

«Il gioco d'azzardo è la terza industria italiana dopo Eni e Fiat». Lo dice il Centro di solidarietà di don Mario Picchi. I giocatori sono il 47% degli indigenti, il 56% del ceto medio-basso, il 66% dei disoccupati. Cosa ne pensi? Manda il tuo commento,

Il comparto giochi nei primi tre mesi dell'anno ha portato nelle casse dello Stato circa 2,2 miliardi di euro, pari al 9,5% della raccolta complessiva (23,1 miliardi di euro). Il contribuente maggiore si confermano le newslot, con un gettito di quasi 900 milioni. A seguire - informa l'Agicos - il Lotto (circa 400 milioni), le lotterie e i Gratta e Vinci (330 milioni), i giochi numerici (SuperEnalotto e WinForLife (240 milioni) e le videolottery (220 milioni). Bingo e scommesse sportive hanno contribuito ciascuno con 40-50 milioni. Poker cash e casinò games, nonostante la raccolta di quasi 3,5 miliardi, hanno versato un gettito di una trentina di milioni. Skill games e gioco ippico hanno versato oltre 10-15 milioni.

«Il gioco d'azzardo è la terza industria italiana dopo Eni e Fiat» scrive «Il Delfino», rivista del Ceis - Centro italiano di solidarietà di don Mario Picchi, che ha dedicato il numero di aprile al gioco d'azzardo. La rivista segnala che il 3% del Pil viene bruciato in scommesse e giochi d'azzardo. E l'Italia è ai primi posti nel mondo per spesa pro-capite: da 500 euro l'anno nel 2004, ad oltre 790 euro nel 2008, con un fatturato totale di circa 47,5 miliardi di euro, solo 10 miliardi in meno del gruppo automobilistico, e circa la metà di quello petrolifero.

«In alcune regioni d'Italia, le famiglie arrivano a giocarsi il 6,5% del proprio reddito e gli indigenti si dedicano al gioco d'azzardo più dei redditi medio-alti» segnala ancora Il Delfino. «Sembra che chi gioca di più - rileva l'inchiesta - siano proprio gli indigenti, con ulteriore aggravio della propria situazione economica». Secondo i dati, infatti, gioca il 47% degli indigenti, il 56% degli appartenenti al ceto medio-basso, il 66% dei disoccupati.

Il gioco d'azzardo è un fenomeno in crescita tra gli adolescenti. La media nazionale dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni che hanno giocato a videopoker e slot-machines è del 46%. E sale il numero dei giovani che si indebitano per giocare, con una cifra che varia dai 300 ai 600 euro a persona. C'è poi il capitolo delle scommesse: si stima che almeno 7 adolescenti italiani su 10 giocano e scommettono, in barba a divieti e limiti per i minorenni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA