Parla la figlia di Luigi Martinelli
«Mio padre voleva farsi ascoltare»

«Il tentativo di mio padre era quello di farsi ascoltare da qualcuno, e forse non era riuscito ad ottenerlo attraverso i canali consueti». Lo ha detto Francesca Martinelli, figlia di Luigi, l'uomo che si era barricato nell'Agenzia delle Entrate di Romano.

«Il tentativo di mio padre era quello di farsi ascoltare da qualcuno, e forse non era riuscito ad ottenerlo attraverso i canali consueti». Lo ha detto Francesca Martinelli, figlia di Luigi, l'uomo che giovedì si è barricato nell' Agenzia delle Entrate di Romano di Lombardia.

«Non sappiamo esattamente quello che volesse dire e quindi noi familiari al momento vorremmo poter stare in silenzio - ha aggiunto - Gli siamo vicini e ringraziamo le forze dell'ordine e in particolare il brigadiere Lorini».

«Nei prossimi giorni, quando avremo modo di vederlo, se nostro padre ci dirà che vuol far sapere qualcosa saremo più disponibili a parlare con i giornalisti - ha aggiunto Francesca - ma per il momento non sapremmo cosa dire, non conosciamo neppure bene la sua situazione debitoria». Francesca, 31 anni, è una giornalista pubblicista. È la primogenita di Luigi Martinelli.

«Non conosciamo esattamente l'entità della situazione debitoria - ha aggiunto - ma pensiamo che ogni cifra vada considerata in base alla possibilità economiche di ogni persona e alla percezione che si ha di farvi fronte in maniera dignitosa».

«Crediamo nella sua versione dei fatti - continua la famiglia -. Nostro padre è una persona dignitosa, abituata a saldare i debiti con la fatica del proprio lavoro. Gli siamo vicini, è un buon padre, un bravo fratello ed una brava persona - hanno scritto ancora i familiari - Siamo sollevati che tutte le persone coinvolte nella vicenda stiano bene e ringraziamo le forze dell'ordine, in particolare il vicebrigadiere Roberto Lorini, per la professionalità e l'egregio lavoro svolto. Non era intenzione di nostro padre fare del male a nessuno. Il gesto è stato indubbiamente sbagliato e lui per primo si è scusato».

Una precisazione anche riguardo alle armi trovate nell' abitazione dell'uomo, in via Verdi a Calcio. «Tutte regolarmente detenute e conservate in una armeria blindata sottochiave - dicono i familiari - sono frutto di una passione per la caccia».

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