Il no alla scuola di magistratura
Il Pdl: facciamo causa al governo

La notizia che la sede bergamasca della Scuola di Magistratura sarebbe sfumata manda su tutte le furie i consiglieri provinciali del Pdl. Che sono già sul piede di guerra, come dimostrano i contenuti della mozione che verrà presentata in una riunione fra i gruppi di maggioranza.

La notizia che la sede bergamasca della Scuola di Magistratura sarebbe sfumata manda su tutte le furie i consiglieri provinciali del Popolo della Libertà. Che sono già sul piede di guerra, come dimostrano i contenuti della mozione che verrà presentata in una riunione fra i gruppi di maggioranza di Via Tasso.

«La nostra richiesta al presidente Pirovano è che la Provincia di Bergamo valuti se esistono le condizioni per far causa al Governo e, nel caso, proceda per via giudiziaria», afferma senza mezzi toni il consigliere Matteo Oriani, promotore della mozione.

«Non è accettabile - continua - che i soldi dei bergamaschi vengano letteralmente bruciati a causa di scelte miopi, per non dire totalmente dissennate. Siamo stufi che le già risicate risorse a nostra disposizione vengano sprecate in maniera così plateale, per questo chiediamo anche che vengano fornite ai cittadini informazioni dettagliate su quanto speso finora, domandando al Prefetto, che è il rappresentante del Governo sul territorio, ragione di quanto successo. Ci chiediamo se questo comportamento non comporti un danno erariale, senza contare il danno d'immagine».

«Se questa è la tanto sbandierata spending review di Monti stiamo freschi - afferma il consigliere -. Invitiamo il premier e il ministro della Giustizia a fare un giro in Bergamasca per farsi un'idea di cosa voglia dire davvero tagliare gli sprechi. L'onorevole Gregorio Fontana ha già annunciato che in Parlamento si opporrà con tutti i mezzi per denunciare e contrastare questa decisione del Governo: invitiamo la Provincia a fare fronte comune, coinvolgendo anche Palafrizzoni e i nostri consiglieri regionali. Ci vuole uno scatto d'orgoglio dei bergamaschi».

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