Caso Moro, sotto interrogatorio
l'uomo che parlava di «Marcello»

L'inchiesta sulle presunte tangenti pagate a politici locali dall'imprenditore Pierluca Locatelli prosegue. Nei giorni scorsi gli inquirenti hanno interrogato, come persona informata sui fatti, Francesco Fiorini, 71 anni, presidente della Edilprogram.

L'inchiesta sulle presunte tangenti pagate a politici locali dall'imprenditore Pierluca Locatelli prosegue. Nei giorni scorsi gli inquirenti hanno interrogato, come persona informata sui fatti, Francesco Fiorini, 71 anni, presidente della Edilprogram di Bergamo. È l'immobiliarista che era all'altro capo del telefono nella famosa conversazione intercettata in cui Locatelli accennava ai 50 mila euro da versare a «Marcello».

Siamo nella primavera-estate del 2011 e l'imprenditore di Grumello è controllato dalla Dda di Brescia che sta indagando sul traffico illecito di rifiuti attorno alla realizzazione della Brebemi. I due imprenditori parlano della somma e del presunto destinatario. Al militare in ascolto tutto questo puzza di mazzette, così invia la segnalazione alla Dda bresciana.

Il testo della telefonata finisce nel filone corruzione, quello che ha portato in carcere anche l'ex assessore regionale Franco Nicoli Cristiani, gestito dalla Procura di Milano. Che convoca Locatelli per chiedergli conto di questo «Marcello». Chi indaga sospetta che si tratti dell'assessore regionale all'Ambiente Marcello Raimondi. L'impresario di Grumello rivela invece che il Marcello citato è Moro, assessore comunale al Personale e presidente del Consorzio di bonifica della media pianura bergamasca. E aggiunge che al politico sarebbe spettata un'ulteriore tranche da 50 mila euro, poi bloccata per un intoppo.

Gli inquirenti milanesi passano le carte ai colleghi di Bergamo ed è così che nasce l'inchiesta di piazza Dante, che vede indagati Locatelli e Moro. Stando a quanto raccontato dall'imprenditore di Grumello, quei 50 mila euro erano la tangente utile a sbloccare gli 869 mila euro per un lavoro di ristrutturazione nel complesso di Sant'Agostino che il Comune aveva affidato alla Badassini-Tognozzi di Firenze, da cui la «Locatelli» aveva ricevuto il subappalto. L'assessore Moro ha sempre negato tutto.

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