Croce abbattuta, i «Ribelli»:
«Si doveva intervenire prima»

«Riteniamo che la responsabilità di tale azione sia da ricercare nella latitanza e nell'ignavia di chi avrebbe potuto e dovuto rimuovere quella Croce». I Ribelli della Montagna intervengono dopo l'abbattimento della croce sulla tomba dei militi della «Tagliamento».

«Riteniamo che la responsabilità di tale azione sia da ricercare nella latitanza e nell'ignavia di chi avrebbe potuto e dovuto rimuovere quella Croce». Si torna a parlare dell'abbattimento, nel cimitero di Rovetta, della croce sulla tomba dei 43 militi della Legione Tagliamento.

Lo fanno i Ribelli della Montagna che si chiedono: «Non serve forse una specifica autorizzazione comunale per le decorazioni tombali? Chi ha autorizzato l'apposizione della foto di Mussolini? E dopo aver portato tutti a conoscenza dell'esistenza di questa croce mediante la distribuzione dei dossier, chi non è intervenuto per rimuovere la foto del dittatore fascista?».


Il raid che ha portato all'abbattimento della croce era stato compiuto il 4 giugno. Rotta anche la foto di Benito Mussolini posta come effigie sulla sommità della croce. Sono rimasti solo l'aquila romana fascista e il fascio littorio con il simbolo della Tagliamento. Questo atto, inevitabilmente, pare legarsi al clima di polemiche e tensioni che quest'anno più di altri hanno accompagnato il «raduno fascista» del 27 maggio proprio al cimitero di Rovetta.

«Come Ribelli della Montagna - si legge in un comunicato diffuso giovedì pomeriggio - ribadiamo che il nostro obiettivo era e rimane quello di creare una presa di coscienza collettiva in merito alla parata nazifascista di Rovetta, di far emergere un dissenso che non trova ascolto da parte delle istituzioni preposte. Tuttavia non ci stupiamo del fatto che qualcuno, agendo in autonomia, abbia voluto cancellare quell'offesa non solo ai valori della Resistenza ma anche a tutti i rovettesi che si sono ritrovati le tombe dei loro cari affiancate dalla foto del dittatore fascista».

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