Carcere a Bergamo, rientra la protesta
«Ma resta il sovraffollamento»

I detenuti di via Gleno si sono impegnati a far rientrare la protesta (con relativo sciopero della fame) entro lunedì. Ma i problemi - il sovraffollamento in primis (oggi si contano tra le 500 e 550 presenze su 400 posti) - restano.

I detenuti di via Gleno si sono impegnati a far rientrare la protesta (con relativo sciopero della fame) entro lunedì. Ma i problemi - il sovraffollamento in primis (oggi si contano tra le 500 e 550 presenze su 400 posti) - restano. Così sabato 9 giugno una rappresentanza di otto carcerati (italiani e stranieri) ha chiesto alla direzione di poter incontrare degli esponenti politici, per ottenere una mediazione. Si sono presentati il deputato Pd Antonio Misiani e il consigliere regionale della Lega Roberto Pedretti che, accompagnati dal direttore Antonino Porcino, il commissario Antonio Ricciardelli, il cappellano don Fausto Resmini e altri operatori carcerari, hanno avuto un colloquio con la delegazione ed effettuato una visita della struttura carceraria (in particolare delle aree esterne messe a disposizione per i colloqui) per circa un'ora e mezza.

I problemi presentati dai detenuti vanno dal piano nazionale a quello locale. Per quanto riguarda la situazione generale delle carceri italiane, la prima richiesta è un'interrogazione parlamentare perché vengano concessi l'indulto e l'amnistia. Secondo: l'abolizione della legge Cirielli sulla recidività, perché rimette in carcere per piccoli reati, togliendo spazio agli altri carcerati. Terzo: attuare l'espulsione nell'ultimo periodo di detenzione, per quegli stranieri che ne facciano richiesta. Venendo invece al quadro particolare della casa circondariale di Bergamo i nodi sul tavolo sono: il sovraffollamento delle celle (con conseguente mancanza di igiene e impossibilità di muoversi) e quindi la richiesta di una maggiore ridistribuzione dei detenuti; la maggior dignità dei colloqui dove sono presenti i bambini, con la creazione di spazi idonei per i minori; un aiuto economico per i detenuti più bisognosi.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 10 giugno

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