Nella chiesa del nuovo ospedale
opere «che invitano a riflettere»

«È un luogo che invita a soffermarsi e a riflettere». Così il vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi ha commentato la struttura della chiesa del nuovo ospedale nel corso della presentazione delle opere d'arte che decoreranno la struttura.

«È un luogo che invita a soffermarsi e a riflettere». Così il vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi ha commentato la struttura della chiesa del nuovo ospedale di Bergamo nel corso della presentazione delle opere d'arte che decoreranno la struttura dedicata al Beato Giovanni XXIII.

L'edificio è stato progettato dall'arch. Zublena: un parallelepipedo in cemento costruito però con l'obiettivo di offrire al visitatore luce e leggerezza, oltre che ispirare spiritualità.

Sulle tre pareti, le due laterali e quella dietro l'altare, troveranno collocazione tre affreschi di Stefano Arienti con elementi ispirati alla natura. Sull'altare una grande ed elaborata opera in vetro di Andrea Mastrovita: sarà divisa in tre parti, una per il Crocefisso, una per la Madonna Addolorata e una per il tabernacolo.

Poi, sul fondo della chiesa, verranno collocati due pannelli che ripercorreranno la Via Crucis, con un'ambientazione bergamasca. L'obiettivo dell'artista, Ferrario Freres, è quella di portare scene da Gerusalemme nella nostra città.

Oltre al vescovo erano presenti i membri del comitato per l'ospedale Beato Giovanni XXIII, la direzione degli Ospedali Riuniti di Bergamo, gli artisti e i progettisti che hanno lavorato alla chiesa. Le opere sono in corso di realizzazione col contributo della Fondazione Banca Popolare.

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