Giallo di Cuba, le risposte dall'Avana:
«Normale il prelievo degli organi»

L'Istituto di medicina legale dell'Avana, appositamente contattato dalla nostra ambasciata a Cuba, ha confermato che la normativa vigente nell'isola caraibica prevede, in caso di autopsia, il prelievo degli organi interni nella loro totalità.

L'Istituto di medicina legale dell'Avana, appositamente contattato dalla nostra ambasciata a Cuba, ha confermato in serata che la normativa vigente nell'isola caraibica prevede, in caso di autopsia, il prelievo degli organi interni nella loro totalità per gli esami di laboratorio di prassi. Gli organi prelevati, viene aggiunto, non vengono mai reimpiantati nel cadavere. Hanno risposto così le autorità cubane alla richiesta fatta dall'Eco di Bergamo di ulteriori chiarimenti sul caso di Roberto Avelli. Questo dopo il riscontro, nell'autopsia eseguita giovedì a Pavia, sui resti del povero Roberto Avelli – il falegname quarantunenne di Mozzanica morto a Cuba lo scorso febbraio –, dell'assenza pressoché completa degli organi interni.

In effetti il manuale di medicina sulla metodologia dell'autopsia redatto dal dottor Reynaldo Alvarez Santana dell'ospedale clinico-chirurgico «Hermanos Ameijeiras» - un esperto della materia - conferma quanto le autorità hanno risposto alla nostra ambasciata. Nel testo pubblicato nell'aprile 2011 risulta chiaro che devono essere «seccati tutti gli organi interni (midollo, fegato, regione pelvica, ecc) poi fotografati, estratti, congelati in apposito freezer» e, entro un limite di tempo prestabilito, deve essere estratta la parte da analizzare di ciascun organo.

A pagina 17 del manuale in questione, tuttavia, si svela una grossa differenza procedurale quando la vittima non è un cittadino cubano, bensì uno straniero deceduto in modo violento – e questo è senza dubbio il caso di Roberto Avelli –: il cadavere non viene inviato tramite il sistema sanitario cubano al Dipartimento di anatomia patologica ma viene dirottato nelle mani della Pnr (polizia nazionale rivoluzionaria) che, successivamente e a sua discrezione, provvede poi all'analisi medico legale, ossia all'autopsia. Una differenza sostanziale anche perché, a quanto è dato sapere, non risulterebbero fotografie allegate alla documentazione della prima autopsia provenienti dall'Avana. Inoltre, i resti degli organi interni, se fosse stata espletata la procedura del dottor Alvarez Santana, dovrebbero ancora trovarsi congelati in un freezer. In tal caso se ne potrebbe richiedere l'invio, attivando la nostra sede diplomatica all'Avana perché se ne faccia inviare i campioni dalle autorità cubane. A meno che, quando si tratta di morte di stranieri e con sospetto di violenza, le regole non siano le stesse e, dunque, meno trasparenti. Questo, purtroppo, il manuale di Alvarez Santana non lo chiarisce, rimandando il tutto alla discrezionalità delle autorità di polizia.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 23 giugno

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