Sabato 28 Luglio 2012
Yara, avanti con le indagini
Si cerca un figlio illegittimo

Gli inquirenti che indagano sul caso Yara mantengono il riserbo sulle ragioni che hanno dettato l'iniziativa. Ma probabilmente la loro è una ricerca mirata a individuare qualcuno con un profilo ben preciso: qualcuno che porti un determinato cognome, qualcuno che appartenga a un preciso ceppo familiare o che risulti figlio illegittimo, da sottoporre alla prova del dna, per un confronto con la traccia genetica trovata sulla vittima, ritenuta dell'assassino. Per questo la polizia ha chiesto a ben 18 amministrazioni comunali gli elenchi di tutte le persone residenti, che risultino nate fra il primo gennaio del 1930 e il 31 dicembre del 2000. I Comuni sono Osio Sotto, Osio Sopra, Dalmine, Lallio, Seriate, Treviolo, Gorle, Ponteranica, Oltre il Colle, Sorisole, Verdellino, Verdello, Ciserano, Levate, Ubiale Clanezzo, Zanica, Zogno, Azzano San Paolo. Una ricerca ampia, certo, ma circoscrivibile attraverso precisi programmi informatici, con l'utilizzo di filtri.
È quasi certo che la ricerca sia legata alla pista del ceppo familiare e del presunto figlio illegittimo. Da novembre dell'anno scorso una parte di investigatori sta seguendo questa ipotesi investigativa, partita dal frequentatore della discoteca Sabbie mobili di Chignolo d'Isola, il cui dna è risultato simile a quello maschile ignoto trovato sulla vittima. Indagando sul suo ceppo familiare gli inquirenti hanno puntato la lente su tre fratelli suoi parenti ? il ceppo è originario di Gorno ? di cui uno deceduto. Il loro dna presenta punti di somiglianza con quello sospetto, ma non è identico. Uno di loro ha avuto un figlio illegittimo, che potrebbe essere l'assassino di Yara? Chi è (ammesso che esista) e dove abita? Questo spiegherebbe l'insistenza nelle ricerche anagrafiche. Tra la gente, tuttavia, il sentimento che traspare è lo scetticismo. A Dalmine, Maria afferma: «Non so dove possa portare una simile mossa. Mi sembra difficile che si possa arrivare velocemente a risultati concreti». Un diciottenne aggiunge: «La ricerca mi sembra davvero troppo ampia, nell'elenco richiesto sono compresi i nostri nonni, e insieme a loro i ragazzini che facciamo giocare all'oratorio». «Se gli inquirenti hanno preso questa decisione avranno i loro buoni motivi ? osserva Sharon ? per questo mi sento di appoggiare l'azione della magistratura. E anzi aggiungo che tutto sarebbe più semplice se esistesse una banca dati del dna per tutti i cittadini». Le fa eco però Giovanna: «Già ma, se l'assassino fosse uno straniero clandestino, saremmo punto a capo».
Vittorio Attanà
Daniele Cavalli
fa.tinaglia
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