In due derubano un disabile
Mamma detective risolve il caso

C'è qualcosa di più vile che prendersi gioco di una persona diversamente abile e poi derubarla di un prezioso ricordo di famiglia? Difficile pensare a un crimine più odioso. Ma una volta tanto la vittima ha avuto la sua rivincita.

C'è qualcosa di più vile che prendersi gioco di una persona diversamente abile e poi derubarla di un prezioso ricordo di famiglia? Difficile pensare a un crimine più odioso. Ma una volta tanto la vittima, Cristiano Valenti, 37 anni affetto da sindrome di Down, ha avuto la sua rivincita.

Il merito è tutto della mamma, che da una vita si dedica a lui, Adele Bigoni, 69 anni. La signora si è improvvisata detective e nel giro di poche ore è riuscita a ritrovare la refurtiva e, forse, anche a mettere i carabinieri sulla pista giusta per individuare i malfattori.

Tutto comincia martedì 31 luglio, verso le 13,15. Come ogni giorno Cristiano prende l'autobus che da Ponte Nossa lo conduce a Vertova, dove lavora, alla casa di riposo del paese. Terminato il breve tragitto, Cristiano scende alla solita fermata e s'incammina. D'un tratto viene avvicinato da due giovani nordafricani che erano sul pullman con lui.

I due attaccano bottone, in realtà hanno già adocchiato la vistosa catenina d'oro con medaglietta che porta al collo. Lo distraggono e gli portano via il gioiello. Cristiano torna a casa senza catenina e racconta l'accaduto alla mamma, Adele Bigoni, che senza esitare informa i carabinieri di Ponte Nossa. I militari avviano subito le indagini, ma la donna avvia un'indagine parallela nei «Compro oro» della zona.

E Adele ha fatto centro. Catenina recuperata - grazie anche alla sensibilità del titolare del negozio - e con le indicazioni di Adele, i militari hanno forse anche una pista per risalire ai malviventi.

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