Il policlinico «San Pietro»
per gli orfani ucraini

Sono arrivati in Roncola a inizio luglio, dall'Ucraina, per passare un mese all'insegna del divertimento e del calore famigliare, un calore che purtroppo nel loro Paese difficilmente possono ricevere. Accanto a loro, i volontari di «DomaniZavtra».

Sono arrivati in Roncola a inizio luglio, dall'Ucraina, per passare un mese all'insegna del divertimento e del calore famigliare, un calore che purtroppo nel loro Paese difficilmente i piccoli orfani possono ricevere. Accanto a loro, pronti ad accoglierli e “coccolarli” decine volontari di “DomaniZavtra”, associazione della Valcamonica che dal 1992 è impegnata a migliorare le condizioni di vita dei piccoli orfani ucraini abbandonati negli orfanotrofi.

“Quella delle vacanze estive in Italia è ormai una tradizione che ripetiamo da anni. Oltre ai dieci bambini ospitati in Roncola, ce n'erano altri quaranta accolti in paesi della provincia di Brescia” spiega Cristian Molinari, presidente dell'associazione. “L'obiettivo di questi soggiorni è permettere loro di distrarsi e assaporare anche se solo per poco tempo una vita normale, lontani dall'orfanotrofio in cui vivono di solito. Ma c'è anche un risvolto sanitario. Durante il mese di permanenza dei piccoli orfani infatti viene posta anche una particolare attenzione e cura allo loro alimentazione e a eventuali esigenze mediche”.

E qui entra in gioco il policlinico San Pietro di Ponte San Pietro: grazie alla disponibilità di Marta Odoni, giovane e sensibile dottoressa del reparto di pediatria del policlinico, i dieci bambini ospiti in Roncola, 5 maschi e 5 femmine con età compresa tra i 6 e i 10 anni, hanno potuto essere visitati. “I bambini sono arrivati a inizio luglio accompagnati da un assistente ucraina. Hanno dormito nella casa parrocchiale, hanno partecipato al CRE con i ragazzi del paese e sono stati ospitati in gruppo per pranzo e cena nelle famiglie e/o nei ristornanti del paese” racconta la dottoressa Odoni. Insomma sono stati “adottati” da tutta la comunità.

“Oltre all'esperienza del “soggiorno”, come è nello spirito dell'associazione, però ci si voleva occupare anche della loro salute. E così don Ezio Rovelli, parroco della Roncola, mi ha coinvolto per una prima valutazione pediatrica, una sorta di visita-filtro” continua nel racconto la dottoressa. “Tutti avevano un peso e un'altezza ai limiti inferiori della norma; alcuni presentavano problemi dermatologici (cute secca e dermatiti). Molti di loro poi avevano carie dentarie legate presumibilmente alla scarsa igiene, che sono poi state curate da un odontoiatra. Per due bimbi si è reso inoltre necessario effettuare approfondimenti radiologici non organizzabili in Ucraina: Vitaly, un bimbo di 6 anni con scoliosi dorso lombare aveva bisogno di fare una radiografia del rachide in ortostatismo, mentre Slavi, di 10 anni, doveva essere sottoposto a un'ecografia testicolare per un idrocele”.

C'era però un problema: i due piccoli non avevano l'assistenza sanitaria e/o una copertura assicurativa sanitaria. “Così ho pensato di chiedere la collaborazione del policlinico di Ponte San Pietro, che immediatamente mi ha dato la sua totale disponibilità”. Ora i bimbi sono tornati in Ucraina, ma l'impegno dell'associazione non si ferma. “Continueremo a seguire loro e la loro comunità, come abbiamo sempre fatto” sottolinea il presidente Molinari.

“L'ospitalità degli orfani in Italia infatti è solo uno dei tanti progetti che abbiamo in Ucraina. Non possiamo accontentarci di migliorare la loro vita un solo mese all'anno ma tutti e 12. Attualmente, con i nostri volontari, siamo impegnati nella ristrutturazione degli orfanotrofi di Gorodnja, Yablunovka, Udaizi e Barvinok, mentre quindicina di giovani e adolescenti della Valcamonica stanno lavorando come animatori estivi nella colonia di Barkinov, un'occasione importante per i piccoli orfani per ricevere l'affetto e le attenzioni di cui tanto hanno bisogno. Infine da circa un anno stiamo esportando kit sanitari e attrezzature ospedaliere dismesse dalle cliniche italiane per aiutare gli ospedali dell'Ucraina. La situazione nelle aree periferiche del Paese infatti è molto difficile: le cliniche sono piccole e con dotazioni vecchie e in pessimo stato. E chi ha bisogno di cure deve farsi carico di parte della spesa sanitaria. Ad oggi, abbiamo portato in Ucraina tre set completi per chirurgia addominale, tre pulsi ossimetri, materiali sterili usa e getta e otto set chirurgici nuovi per altri interventi» conclude il presidente.

Tante iniziative concrete e importanti per far sentire questi piccoli orfani meno soli. Per informazioni sull'associazione: www.domanizavtra.org

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