Martedì 28 Agosto 2012
Il Governo contro i videopoker
Stretta anche su fumo e alcol

È un provvedimento a 360 gradi, con dentro molti dei temi «caldi» della sanità italiana, quello messo a punto dal ministro della Salute, Renato Balduzzi. Un provvedimento che con ogni probabilità arriverà il 31 agosto prossimo, venerdì, sul tavolo del Consiglio dei ministri. E questo nonostante le lamentele neanche tanto sotterranee dei due principali partiti di maggioranza, che non hanno gradito la scarsa condivisione e le novità degli ultimi giorni.
Sono in tutto 27 gli articoli dell'ultima bozza del decreto che conferma alcune delle anticipazioni emerse nei giorni scorsi, come la riforma dell'intramoenia e quella dei medici di famiglia, che si dovranno unire in aggregazioni funzionali territoriali in modo da sgravare il pronto soccorso dei casi meno urgenti e offrire assistenza sul territorio ventiquattro ore su ventiquattro. Confermata anche la tassa sulle bibite analcoliche con zuccheri aggiunti e con edulcoranti. Il testo infatti prevede per tre anni un contributo straordinario a carico dei produttori di 7,16 euro per ogni 100 litri immessi sul mercato, ma stabilisce anche un contributo a carico di produttori di superalcolici, «in ragione di 50 euro per ogni 100 litri immessi sul mercato». Il ricavato sarà destinato al finanziamento dell'adeguamento dei livelli essenziali di assistenza (Lea), con particolare priorità alla riformulazione degli elenchi delle malattie croniche e delle malattie rare. Tra le altre novità, spiccano quella relativa all'introduzione del Fascicolo sanitario elettronico (Fse), punto d'arrivo del processo di «dematerializzazione» in sanità, e le nuove norme che riguardano le nomine dei direttori generali delle aziende sanitarie, che saranno decisi dalla Regioni «garantendo adeguate misure di pubblicità dei bandi, delle nomine e dei curricula, di trasparenza nella valutazione degli aspiranti».
Lo spostamento dell'insieme dei dati sanitari e sociosanitari dei cittadini dal mezzo cartaceo a quello digitale rappresenta tuttavia un obiettivo non facile da realizzare nell'immediato, soprattutto per il notevole divario tecnologico che ancora riguarda molte regioni. Esce invece dal provvedimento, si trattava in realtà di un refuso, la norma che originariamente prevedeva un certificato medico «specialistico» per fare attività sportiva amatoriale e non agonistica. Il decreto «è ancora a livello di bozza e sarà discusso, per ora è una proposta», si è limitato a commentare il ministro della Salute.
fa.tinaglia
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