Amarezza sotto il tendone
«Siamo artisti, non criminali»

«Speriamo che prendano presto gli assassini e che questa brutta storia non ci danneggi: non è giusto che venga macchiata l'immagine del circo». I fratelli Bellucci, patron del circo ora ad Azzano San Paolo, temono la pubblicità negativa.

«Speriamo che prendano presto gli assassini e che questa brutta storia non ci danneggi: non è giusto che venga macchiata l'immagine del circo». I fratelli Bellucci, patron del circo ora ad Azzano San Paolo, temono la pubblicità negativa.

Martedì mattina il circo «Bellucci più Mario Orfei» è stato svegliato dai carabinieri di Udine, con l'appoggio del comando di Stezzano, venuti per prendere Dna e impronte digitali di tutte le cinquanta persone che vi lavorano.

Le indagini riguardano il delitto dei coniugi Rosetta Sostero e Paolo Brugato, avvenuto nella notte tra sabato 18 e domenica 19 a Lignano Sabbiadoro, dove il circo ha fatto tappa prima dell'arrivo a Bergamo. «Sono arrivati in una trentina di uomini, alcuni in divisa altri in borghese – racconta Emilio Bellucci – sono rimasti dalle 8,30 circa alle 12, a tutti noi tranne ai bambini hanno fatto foto segnaletiche, preso le impronte e rilevato il Dna tramite un tampone in bocca. Abbiamo collaborato e sono stati piuttosto gentili».

La gente del circo tiene molto a precisare che il loro lavoro e modo di vivere può sembrare fuori dal comune per gli esterni, ma che si tratta di un ambiente sano e regolare. «Non ricordo nessun episodio criminale avvenuto non dico nel mio circo, ma in nessuno dei circhi italiani - sbotta Attilio Bellucci -, noi qui siamo tutti incensurati, probabilmente scontiamo il fatto di essere nomadi e questo in certi casi ci espone al sospetto».

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