Affittopoli, l'inchiesta scattò
con la denuncia dell'ex responsabile

Forse la notizia di reato sarebbe giunta lo stesso in Procura, ma fu la stessa Sonia Rigoletto, all'epoca responsabile dell'Ufficio alloggi del Comune e ora considerata il fulcro dell'inchiesta in cui è indagata, a fornire l'occasione alla polizia locale.

Forse la notizia di reato sarebbe giunta lo stesso in Procura, ma fu la stessa Sonia Rigoletto, all'epoca responsabile dell'Ufficio alloggi del Comune e ora considerata il fulcro dell'inchiesta in cui è indagata, a fornire l'occasione alla polizia locale. Dalla quale si presentò per segnalare presunti illeciti nell'assegnazione di alcuni appartamenti.

Con la denuncia in mano, gli agenti bussarono alla porta del pm Giancarlo Mancusi e fu così che nacque l'Affittopoli di Bergamo, l'inchiesta sugli alloggi a canone agevolato finiti - per l'accusa - a parenti, amici degli amici e raccomandati grazie a un uso distorto della deroga, il meccanismo che consente di scavalcare le graduatorie.

Gli agenti ci sarebbero prima o poi arrivati, magari per vie tortuose. Ma è Sonia Rigoletto, con la sua denuncia, a offrire l'autostrada. Nel periodo del riordino degli uffici comunali, l'allora responsabile degli alloggi si presenta (il giorno stesso in cui fu disposto il suo trasferimento, assicurano i bene informati) dalla polizia locale a segnalare presunte irregolarità nell'assegnazione degli alloggi.

È la notizia di reato che i vigili stavano cercando e che permette all'inchiesta di sbarcare in Procura. Perché Rigoletto abbia deciso di farlo con questa tempistica resta da appurare. Era una vendetta-kamikaze, del tipo «muoia Sansone e tutti i filistei», dettata dallo sconforto di vedersi rimossa dopo 19 anni passati alla stessa scrivania? Oppure il tentativo di salvare la faccia davanti a quello che avrebbe trovato il suo successore?

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