L'hotel in piazza Mascheroni
«Un azzardo», «No moderno»

Bello? Brutto? Il dibattito è aperto. Dell'ampliamento dell'hotel San Lorenzo in Città Alta si è discusso per dieci anni quando ancora era sulla carta, figuriamoci ora che il progetto è ormai agli sgoccioli.

Bello? Brutto? Il dibattito è aperto. Dell'ampliamento dell'hotel San Lorenzo in Città Alta si è discusso per dieci anni quando ancora era sulla carta, figuriamoci ora che il progetto è ormai agli sgoccioli e i metri cubi – circa 3 mila - dal Piano particolareggiato si sono affacciati su piazza Mascheroni.

Ad ascoltare Renzo Casati - che anche dai banchi del parlamentino come consigliere sulla nuova edificazione (la prima nel centro storico dagli anni Sessanta) aveva dato battaglia - peste e corna.

«C'è una sollevazione generale – sbotta l'attuale presidente dell'Associazione delle Botteghe di Città Alta – sono tutti dello stesso parere: uno scempio. Se devi cambiare il contatore e mettere uno sportello sono richieste mille autorizzazioni, una cosa di questo genere, invece, viene realizzata con un effetto dirompente e la responsabilità come al solito non è di nessuno. Con l'immagine della piazza, stanno massacrando quella del centro storico».

Già, ma cosa si vede? Un edificio moderno, con l'accostamento di diversi materiali – dal legno alla pietra – che stacca in maniera decisa rispetto alle architetture adiacenti, complesso del Carmine in primis. Il frutto, si diceva, di un iter lungo e complesso. Nel quale erano intervenuti in molti, compresa l'Associazione per Città Alta e i Colli. All'epoca si era fatta avanti con una lettere firmata anche da Italia Nostra in cui sottolineava la delicatezza del contesto, proponendo alcune modifiche al progetto.

Cosa dice oggi? «Così a prima vista – si sbilancia il presidente Giuseppe Cattaneo – mi sembra poco coerente rispetto al resto della piazza. È vero che in molti altri centri storici si è giocato sull'accostamento tra antico e moderno, ma in questo caso l'impressione è un po' quella di un'architettura montana che poco si adatta a ciò che la circonda».

«Il problema – aggiunge Ferruccio Mazza che lavora e risiede in Città Alta – è che un intervento del genere andava pensato in un percorso ben legato agli interventi futuri. Si tratta di un progetto azzardato e la volontà di provocare è evidente, ma il bello e il brutto dipendono soprattutto dal disegno complessivo». Tutto in regola rispetto al Piano particolareggiato. «Le proposte che ci erano state presentate – ricorda l'attuale presidente della Circoscrizione Daniele Lussana – erano conformi alle previsioni e sul tavolo le ipotesi erano due. Si optò per quella più moderna e dai rendering il nuovo edificio non sembrava stonare». Per qualcuno non stona nemmeno adesso. Commenta Roberto Amaddeo, consigliere circoscrizionale ai tempi dell'approvazione: «Pur non essendo un esperto d'architettura non riesco a dire che ci troviamo di fronte a un intervento mal riuscito. Il profilo dell'edificio accompagna quello della chiesa che gli fa da sfondo e anche la vista sui Colli è in una certa misura preservata. Il vero scempio è piuttosto il disordine della piazza soffocata dalle auto».

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