Autobus e corsie preferenziali
Tutti le invocano nessuno le vuole

Corsi, ricorsi e soprattutto corsie. Preferenziali quanto volete, ma decisamente irrilevanti, numeri alla mano: 3,2 chilometri a fronte di una rete complessiva, nella città di Bergamo, di 240. Ben l'1,3% di spazi protetti e riservati agli autobus. COMMENTA SUL BLOG DE L'ECO LAB

Corsi, ricorsi e soprattutto corsie. Preferenziali quanto volete, ma decisamente irrilevanti, numeri alla mano: 3,2 chilometri a fronte di una rete complessiva, nella città di Bergamo, di 240. Ben l'1,3% di spazi protetti e riservati agli autobus.

Eppure, ogni volta che qualcuno prova a parlare di un sistema più strutturato, tale da consentire un servizio più veloce ed efficace, scoppia il quarantotto. La previsione spunta in qualsivoglia documento sulla mobilità, di questa o quella parte politica: ed è la sola cosa capace di saldare maggioranze trasversali. Generalmente in comune opposizione all'idea.

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Ultimo esempio fresco fresco, il Put, al secolo Piano urbano del traffico. Tra le previsioni (le decisioni sono un altro paio di maniche, si sa...) «si evidenzia l'opportunità di creazione di due corridoi di qualità per il trasporto pubblico locale lungo gli assi Est e Ovest di penetrazione al centro». Un elegante tecnicismo per parlare di corsie preferenziali: nella fattispecie da via Broseta e Borgo Palazzo.

Apriti cielo! L'ipotesi è finita sotto un autentico fuoco di fila. La Lega fermamente contraria, il consigliere delegato della Lista Tentorio al commercio di vicinato, Lorenzo Carminati, pure (e anche alla Ztl in centro, tanto per non farsi mancare nulla...) e sul versante opposto anche Marco Brembilla del Partito democratico. Seppure a titolo personale. Ma potrebbe non essere il solo a pensarla così nel centrosinistra.

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